Il premio Simone Veil a Doumara Aissa

Il presidente Emmanuel Macron ha consegnato all'Eliseo il riconoscimento all'attivista camerunese che aiuta le vittime di stupri e dei matrimoni forzati nel suo Paese.  

Il premio Simone Veil è stato assegnato ad Aissa Doumara Ngatansou, impegnata nel sostegno, in Camerun, alle donne vittime di violenze. Il presidente francese Emmanuel Macron ne ha elogiato «l’impegno al servizio delle donne da oltre 20 anni, compiuto nel silenzio, contro l’obbrobrio». Ed ha aggiunto: «Lei si è indignata e non ha ceduto. Il suo è un esempio di coraggio, quello di sfidare il peso delle tradizioni».

Nel suo discorso all’Eliseo, dinanzi a un grande ritratto in bianco e nero di Simone Veil, Aissa Doumara Ngatansou, ha dedicato il riconoscimento appena ricevuto, «a tutte le donne vittime di violenza e matrimoni forzati, e a tutti i sopravvissuti di Boko Haram». Con il premio, accompagnato da una somma di 100 mila euro, è stato creato in omaggio a Simone Veil, politica francese sopravvissuta ai lager nazisti, nota per le sue battaglie in favore delle donne. «Spero davvero che questa iniziativa abbia influenza sui governi di altri Paesi, affinché i diritti delle donne e la lotta contro la violenza contro di loro, diventino campagne nazionali ovunque. L’immagine drammatica che viene da Maroua, il mio Paese, il Camerun, è in fondo la stessa che troviamo nel mondo intero», ha detto l’attivista.

Il capo dello Stato ha annunciato che la Francia destinerà 120 milioni di euro a un fondo per sostenere «la lotta contro la violenza e la discriminazione contro le donne» nel mondo. Spera inoltre che il 2019 diventi «un anno utile per i diritti delle donne» in occasione della presidenza del G7 da parte della Francia. Saranno adottate misure per educare le ragazze, in particolare nel Sahel, e per creare una banca per l’imprenditoria femminile in Africa. Parigi propone anche di ospitare una conferenza globale sulle donne nel 2020, 25 anni dopo quella organizzata dall’Onu a Pechino nel 1995.

Da parte sua, Aissa Doumara Ngatansou ha detto che il premio Simone Veil permetterà alla sua associazione di creare un «nuovo centro di cura completo» per le vittime e di espandere le sue operazioni in altre parti dell’Africa.

Nata nel 1972 nel nord del Camerun, l’attivista ha perso la madre all’età di 11 anni, prima di essere obbligata a sposarsi a 15 anni senza il proprio consenso. All’epoca aveva deciso, contro tutto e tutti, di continuare i suoi studi. Nel 1996, ha co-fondato una sezione dell’Associazione per combattere la violenza contro le donne (Alvf) nella città di Maroua, di cui è ora la coordinatrice.

Il suo obiettivo è quello di aiutarle a «riacquistare il gusto per la vita» dopo lo stupro o il matrimonio forzato. Svolge anche azioni nei villaggi in modo che nessuna ragazza sia costretta a sposarsi senza aver terminato gli studi e senza aver fatto la scelta di farlo; e si impegna, con l’aiuto di altre Ong, per le donne vittime di Boko Haram nelle aree di confine con la Nigeria, dove a volte sono vittime di schiavitù sessuale. Ad oggi, più di mille donne sono state beneficiate del suo sostegno.

 

 

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