Più fondi e senso di responsabilità

Il Presidente Giorgio Napolitano interviene nel dibattito sull'alta formazione, chiedendo risorse e razionalizzazione degli investimenti.
Napolitano

Fatti, non parole. Questo chiede il Presidente della Repubblica al governo in tema di alta formazione. L’Università italiana, ha affermato Giorgio Napolitano, ha bisogno di fondi, di attenzione concreta da parte delle istituzioni nazionali. E se al governo chiede risorse, dagli studenti vuole un «sentimento di responsabilità al di là di ogni momento di comprensibile frustrazione».

 

Le Università italiane, secondo il rapporto “Vision” 2010, non sono competitive a livello internazionale. Sono soltanto tre quelle che rientrano nell’elenco delle prime cento del mondo: la Bocconi di Milano, l’Università di Bologna e il Politecnico milanese. Esiste dunque un’emergenza nel settore dell’alta formazione, e proprio su questa ha posto l’accento il Capo dello Stato.

 

In visita nei giorni scorsi alla Scuola Normale Superiore di Pisa, in occasione del bicentenario del Centro di formazione fondato da Napoleone nel 1810, il Presidente ha spiegato di condividere «la forte preoccupazione di studenti e docenti per le difficili condizioni del sistema universitario, che nessuno può fingere di ignorare». Solo «una miopia temporanea» può determinare scarsa attenzione per uno dei settori fondamentali per lo sviluppo dell’Italia.

 

 Inserendosi nel dibattito che vede schierati da un lato il governo, dall’altro studenti, rettori e docenti, Napolitano spiega di volerlo fare «senza interferire nelle discussioni e nelle decisioni che hanno luogo in Governo e in Parlamento», soltanto per riaffermare con forza ed autorità «il rilievo prioritario che va attribuito, non solo a parole ma con i fatti, alla ricerca e all’alta formazione e dunque all’Università». Ricerca  e formazione, ha aggiunto, hanno un ruolo strategico che va riconosciuto con «mezzi finanziari adeguati a partire dai prossimi mesi», ma non va dimenticata la necessità di «aprirsi a misure di rigorosa razionalizzazione e qualificazione dell’impiego delle risorse, con tutto quello che ciò comporta dal punto di vista del governo dell’università, così da elevarne efficienza e rendimento».

 

L’intervento di Napolitano giunge a pochi giorni dalla mancata assegnazione di risorse per la riforma Gelmini e dopo i tagli decisi per l’alta formazione. Ben consapevole della situazione di crisi attuale, Napolitano ha chiesto al mondo universitario di farsi carico anche delle difficoltà esistenti. Qualcosa, nel processo di razionalizzazione delle risorse, va tagliato e bisogna avere «la più ampia disponibilità di partecipare al cambiamento, che è necessario. Non possono contrapporsi a questa esigenza né interessi particolari, né vecchi schemi e tabù».

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