Pio XII, chi ha paura della Storia?

Papa Francesco ha annunciato che dal marzo 2020 gli studiosi potranno accedere ai documenti del pontificato di papa Pacelli custoditi dall’Archivio Segreto Vaticano
ANSA / ARCHIVIO i

La Chiesa non ha paura della Storia, ha detto con la solita schiettezza papa Francesco. Lunedì 4 marzo ha, infatti, annunciato che fra un anno, il 2 marzo 2020, avverrà l’apertura agli studiosi del fondo Pio XII dell’Archivio Segreto Vaticano.

Si parla di 16 milioni di fogli inventariati e catalogati da tredici anni da venti archivisti. Un lavoro silenzioso, sconosciuto ai più, faticoso: papa Pacelli ha regnato per 19 anni, dal 1939 al 1958.

In mezzo, la Seconda Guerra mondiale, la Shoah, il dopoguerra, la ”cortina di ferro”,” la “Chiesa del silenzio”.

Anni tragici come pochi. L’uomo Pacelli ha sofferto in modo indescrivibile, ha lottato, ha salvato migliaia di vite umane. Eppure, da quando il drammaturgo – non uno storico! – tedesco Hochhuth nel 1963 ha messo in scena i l dramma Il Vicario accusandolo di viltà  per non aver ”parlato” e di sudditanza ad Hitler,  è iniziata la leggenda nera del pontefice. Sempre viva. Tanto che vari ambienti ebraici nel 2009 nei fatti si opposero ad una eventuale beatificazione di Pio XII, sul quale le riserve continuano, come ha detto il rabbino capo di Roma, Di Segni.

Eppure, alla sua morte, personaggi come Elio Toaff, rabbino capo di Roma, Golda Meir, Isaac Herzog rabbino capo di Gerusalemme, solo per citarne alcuni, attestarono unanimi la gratitudine al papa per aver salvato migliaia d i ebrei: 700mila, secondo l’ex console israeliano a Milano Pinchas Lapide.

Ma, scomparsa la generazione che aveva conosciuto la guerra, le cose sono cambiate. Ed è nato il “caso” Pacelli sul “silenzio del papa”, anche in casa cattolica, a cui hanno dato il loro contributo fiction e film, come Amen (2002) di Costa-Gravas, oltre ad una letteratura variegata.

Nonostante la pubblicazione degli undici volumi degli Atti e Documenti della Santa Sede  nella seconda guerra mondiale (1981,LEV) la guerra fra “colpevolisti” e ”innocentisti” su Pacelli non è finita.

Me ne sono accorto lavorando al testo “La Congiura di Hitler. Il rapimento di Pio XII” (2014, Città Nuova), leggendo testi storici “seri” delle più varie tendenze, scoprendo fatti inattesi come la congiura del papa per “eliminare dal governo Hitler” e quella del dittatore per arrestare il pontefice, catturare i cardinali, invadere il Vaticano e prendere le opere d’arte. Scoprire che anche Churchill e Roosvelt sapevano dei campi di sterminio, ma tacquero, come tacciono sul caso, a quanto pare, i loro archivi.

Chi ha iniziato la campagna del “silenzio” attraverso  il dramma Il Vicario? Domanda difficile. Forse il Kgb in odio al papa anticomunista o la massoneria o entrambi?

Pierre Blet, lo storico gesuita scomparso con cui ho potuto parlare,  pensava ci fossero loro dietro alla “leggenda nera”.

E poi perché il papa non ha “gridato” o come ha parlato? Altre domande. Gli storici ora potranno comunque indagare e forse fare nuove scoperte. Liberi da ogni pregiudizio, si spera.

Si scopriranno carte di Pacelli che risalgono a 80 anni  fa, altre a 62 anni.  Il portale “Pagine Ebraiche” è soddisfatto della decisione del papa che segue quella già disposta dai predecessori. Francesco si augura che la ricerca sia” seria e obiettiva”. Senza impuntature ideologiche da nessuna parte. Speriamo. Ed anche che altri Stati aprano i  loro archivi sui fatti d i guerra. L’Italia compresa. La verità fa liberi, diceva qualcuno.

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