Pinocchio dice sempre le bugie

Una riflessione sulla copertina di un noto settimanale sui falsi invalidi
handicap

Nella nostra società ultra mediatica, un’immagine, lo sappiamo, parla più di tante parole. Vi invitiamo – oggi con Google tutto è possibile – a guardare una delle copertine del settimanale Panorama di marzo dove campeggia un Pinocchio stilizzato, seduto sulla sedia a rotelle, con una scritta, immaginifica anch’essa, che dice “Scrocconi”.

 

Non serve un’analista attento per capire che si parla del cosiddetto fenomeno dei falsi invalidi. Ma se la nostra è una società dell’immagine, è senz’altro anche una che rischia ogni giorno di più di fare di tutta l’erba un fascio o, per dirla più elegantemente, di far valere una “parte per il tutto”.

 

È chiaro che le ingiustizie bruciano e che, visto il periodo di vacche magre, con tutto il rispetto per il pio bove, l’economia non può permettersi sprechi inutili e fraudolenti, che già sono tanti… Sappiamo e non da oggi, purtroppo, che la miseria e spesso l’ignoranza – parola che fa spesso rima con mancanza di partecipazione e cittadinanza – generano tutti gli espedienti possibili per raggranellare qualche spicciolo.

 

Se a questo aggiungiamo un vero e proprio affare per persone malavitose singole od associate, spesso colluse con la criminalità organizzata, che speculano con i bisogni di veri o falsi invalidi per frodare lo Stato, il barile è pieno. Ma se la goccia fa traboccare il vaso, non è proprio il caso di rompere il contenitore e buttare tutta l’acqua. Occorre un esercizio semplice e virtuoso che si chiama controllo.

 

Esso si può effettuare in varie fasi: il migliore è quello preventivo, studiando bene le carte e verificando le varie fonti (certificati medici ad esempio), in fase istruttoria, chiedendo supplementi di documentazione o di visite specialistiche e, in fase erogativa, monitorando periodicamente lo stato di invalidità delle persone riconosciute tali. Esistono anche le verifiche incrociate: ad esempio uno che non ci vede per niente non può avere la patente come capita invece di “scoprire”. Questo lo si può verificare!

 

Ma lo sappiamo, i controlli non sono il forte della Pubblica amministrazione se non quando la stalla è aperta e i buoi, sempre loro poveretti, scappano. Allora si fanno, ma spesso in maniera convulsa, con il metodo del “chi colgo colgo”, che non sempre centra l’obiettivo giusto.

 

Il problema esiste e ci si chiede quanta volontà ci sia di separare il grano dal loglio per non mortificare ulteriormente chi già patisce sulla propria pelle un problema di invalidità, magari sottoponendolo ad estenuanti e inutili visite. Ma la categoria degli scrocconi  è varia, come quelli (chi è senza parcheggio scagli la prima pietra) che occupano gli spazi per i veicoli riservati agli invalidi.

 

Invece ci piacerebbe parlare delle storie e delle vite straordinarie di tante persone che con la loro disabilità costruiscono la storia e la società con una quotidianità straordinaria e che non hanno nulla da “scroccare”! Sicuramente la copertina di Panorama non aiuta a risolvere i problemi. Solitamente chi sta su una sedia a rotelle non lo fa per gioco e credo che non gradisca essere “piazzato” in copertina.

 

A coloro che fanno siffatte copertine suggeriamo di fare l’esperienza degli studenti universitari di ingegneria in alcune università degli Stati Uniti che, per comprendere le difficoltà delle barriere architettoniche, passano alcuni periodi in sedia a rotelle per fare l’esperienza di coloro che useranno gli spazi che loro progetteranno e che sicuramente saranno meno angusti rispetto ad altri che non sono mai “entrati nelle esigenze dell’altro”.

 

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