Piero Coda confermato alla guida di Sophia

Due domande al teologo italiano rinominato preside dell'Istituto universitario di Loppiano, fondato da Chiara Lubich, fino al 2016
Piero coda a sophia

Non ha sorpreso la comunicazione recapitata all'Istituto universitario Sophia nel cuore del mese di luglio. Anzi, il decreto della Congregazione per l'Educazione Cattolica era atteso. Datato 11 luglio 2012 e inviato a Maria Voce, vice-gran Cancelliere dell'Istituto oltre che presidente del Movimento dei focolari, ha confermato, con l'ufficialità del latino, la rielezione di Piero Coda a preside dello IUS per il secondo quadriennio 2012 – 2016.

La nomina è stata accolta con piena soddisfazione e ha chiuso il percorso che in queste settimane ha condotto la comunità accademica all'elezione del Preside, per la prima volta dopo l'inaugurazione dello IUS nell'ottobre del 2008. La prima nomina, da parte della Congregazione, in data 7 maggio 2008, era avvenuta su proposta di Chiara Lubich stessa due mesi prima, il 12 marzo.

Oggi, gli Statuti che hanno fatto da segnavia nei primi anni di vita dell'Istituto, tracciano alcune linee precise, ma la riflessione sull’ identità e la mission di Sophia, e dunque anche sulla sua governance (anche in rapporto all’approvazione definitiva degli Statuti dopo il previsto quinquennio “ad experimentum”),  è in pieno svolgimento. Il periodo trascorso ha offerto un'opportunità di valutazione condivisa e importante.

 

E'' l'art. 19 degli Statuti a delineare la funzione del Preside, chiamato ad “assicurare e promuovere la comunione fra tutti i membri della comunità accademica, governando direttamente e rappresentando l’Istituto”. Viene eletto dal Consiglio di Sede tra i docenti stabili dell’Istituto, e nominato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica su proposta del Vice Gran Cancelliere, con l’approvazione del Gran Cancelliere. E' nominato per un quadriennio e può essere rieletto consecutivamente una sola volta.

 

L'elezione del Preside, dunque, è un fatto rilevante che porta con sé una serie di conseguenze incisive. Anche per questo, il momento è stato contrassegnato da uno stile di attenta condivisione che ha coinvolto tutte le componenti della comunità accademica (docenti, studenti, staff). Il carisma dell'unità che è all’origine e ispira l'esperienza e l’attività di Sophia, unità che raccoglie la molteplicità delle persone come delle discipline, senza assorbire le diversità, ma promuovendole e arricchendole nella pienezza del loro significato, non poteva non investire anche i metodi e gli strumenti del governo di una organizzazione ancora piccola e giovane, ma in sé già ricca e complessa.

A norma degli artt. 18 e 19, la prima tappa dell'iter si è svolta in Consiglio di Sede. L'esito della votazione – che si è tenuta lo scorso 16 aprile e ha espresso in modo evidente l'intenzione della continuità e la stima verso l’educatore e il teologo, verso il discepolo del carisma e l'innovatore – prima di giungere alla Congregazione per l’Educazione Cattolica è stato approvato da Maria Voce, Presidente del Movimento dei focolari, e dal Card. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze e Gran Cancelliere dello IUS. E' stata Maria Voce, infine, a proporre il nome di Piero Coda alla Congregazione vaticana.

Si comprende bene che la procedura per l’elezione sia articolata: ciò che si intende salvaguardare è sia la piena autonomia dell'Istituzione accademica sia il legame essenziale con il Movimento dei Focolari, mentre nomina e conferma da parte del Dicastero vaticano preposto agli studi universitari conferisce rilievo specifico alla figura accademica propria dell'Istituto.

Ora che l'ufficialità si è conclusa e ritornano al centro le incombenze e le esigenze quotidiane della vita dell'Istituto, con la compenetrazione che lo caratterizza tra pensiero e azione, tra elaborazione teoretica e verifica dei fatti, chiediamo al prof. Coda di proporre un breve bilancio e di indicare alcuni orientamenti.

Di fronte al disegno che ha guidato la comunità accademica in questa prima fase, a che punto siamo?
“Direi che il seme è stato gettato e ha cominciato a germogliare, timido ma vigoroso e ricco di promesse. Di qui grande e sincera gratitudine per tutti coloro che, a vario titolo e in vari modi, ma sempre con dedizione e generosità, hanno dato il loro contributo alla nascita e ai primi passi dell’Istituto. Cammin facendo, ci siamo resi conto della bellezza, dell’originalità e della responsabilità dell’“idea” di università che Chiara Lubich, con intuito ispirato e immensa fiducia, ci ha affidato.
Sophia, oggi, è dunque una realtà. Prendendone conoscenza con attenzione e simpatia, se ne intravedono con chiarezza le prospettive accademiche: distinzione, nel secondo ciclo, di alcune specializzazioni ben configurate (ontologia trinitaria, studi politici, economia e management, sempre nel contesto più ampio della cultura dell’unità nei suoi risvolti antropologici e sociali); affollamento nel ciclo di dottorato e partenza della “scuola” di post-dottorato; innovazioni a livello epistemico e didattico (inter e trans-disciplinarità) e di formazione integrale della persona (con un progetto educativo che chiede di essere adeguatamente sviscerato, articolato e verificato); apertura interculturale e interreligiosa; sinergie di ricerca e di collaborazione a vari livelli, sul territorio e in ambito nazionale e internazionale… Insomma, un laboratorio pieno di fermenti e di fascino.”

Quali priorità orienteranno l’esercizio del suo secondo mandato nei prossimi 4 anni?
“Ringrazio intanto, di vero cuore, per la fiducia e l’amicizia dimostratemi, le varie istanze che, in conformità agli Statuti, hanno portato al conferimento di questo nuovo mandato. È sulla base di tale ampio consenso che, nello spirito di unità che caratterizza Sophia, intendo esercitare sempre meglio, per quanto ne sarò capace con l’aiuto di Dio, il servizio che mi è confidato.
Le cose che più mi stanno a cuore sono la fedeltà all’“idea” generatrice da cui è nata e si alimenta la vita dell’Istituto e la crescita della fraternità come anima creativa di tutt’intera la comunità accademica nelle sue diverse componenti; lo sviluppo del progetto accademico secondo le linee di luce che siamo chiamati tutti insieme a discernere e interpretare, e l’impegno nel dar vita, con realismo e profezia, a un luogo ove si possa esercitare e imparare l’arte per molti versi inedita del “pensare insieme”…
Il vero regista – lo sappiamo e tante volte l’abbiamo sperimentato in questi anni – è lo Spirito di Gesù risorto che soffia e illumina là e quando ci disponiamo, disarmati di tutto, ad accoglierlo con libertà e ad ascoltarlo con intelligenza. Non è questa la “Sophia”, così divina perché così umana, e viceversa, che ci affascina e che vogliamo amare e condividere con tutti coloro con cui, in qualunque modo, siamo chiamati a camminare verso il mondo nuovo che già albeggia dalle contraddizioni del nostro tempo?”

 

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