Piano d’azione dell’Ue sul Mediterraneo centrale

Il Piano d’azione dell’Unione europea sul Mediterraneo centrale prevede maggiore collaborazione con Paesi partner e organizzazioni internazionali, un approccio più coordinato alla ricerca e al salvataggio e un rafforzamento del meccanismo volontario di solidarietà
Piano azione Ue
Il commissario europeo per gli Affari interni Ylva Johansson (Olivier Hoslet, Pool Photo via AP)

Nel 2022 è stato riscontrato un aumento degli arrivi di migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale, con un incremento di oltre il 50% rispetto ai dati del 2021. La Commissione europea ha presentato un Piano d’azione dell’Unione europea sul Mediterraneo centrale. Il piano d’azione propone una serie di 20 misure articolate attorno a tre pilastri che saranno portati avanti dall’Unione europea (Ue) e dagli Stati membri, che mirano a ridurre la migrazione irregolare e non sicura, a fornire soluzioni alle sfide emergenti nel settore della ricerca e del soccorso in mare e a rafforzare la solidarietà tra gli Stati membri.

Il primo pilastro del Piano d’azione dell’Ue sul Mediterraneo centrale riguarda la cooperazione rafforzata con i Paesi partner e le organizzazioni internazionali, che è fondamentale per affrontare le sfide poste dai fenomeni migratori. L’UE rafforzerà le capacità di Tunisia, Egitto e Libia per garantire una migliore gestione delle frontiere e della migrazione, rafforzerà la lotta contro il traffico di migranti e migliorerà l’impegno diplomatico sui rimpatri, intensificando al contempo i percorsi di arrivo legali verso l’UE.

Il secondo pilastro contempla misure per rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e tutti gli attori coinvolti nelle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, utilizzando il gruppo di contatto europeo per la ricerca e il salvataggio in mare. L’agenzia europea per le frontiere, Frontex, insieme agli Stati membri interessati, effettuerà una valutazione della situazione nel Mediterraneo centrale. Sarà garantito un più stretto coordinamento con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). Dovrebbero essere promosse anche discussioni in seno all’Organizzazione marittima internazionale sulla necessità di un quadro specifico e di linee guida per le navi, con particolare attenzione alle attività di ricerca e salvataggio.

Il terzo pilastro mira a rafforzare l’attuazione del meccanismo volontario di solidarietà e della tabella di marcia congiunta. La dichiarazione di solidarietà tra gli Stati membri dell’Ue, concordata il 22 giugno 2022 prevede un meccanismo volontario e temporaneo per un anno, che fa da ponte verso il futuro sistema permanente. Il piano d’azione propone di accelerare l’attuazione del meccanismo, anche per fornire un sostegno rapido agli Stati membri che ricevono gli arrivi di migranti via mare, migliorando la flessibilità, snellendo i processi e attuando il finanziamento di misure alternative di solidarietà.

Negli ultimi anni, la Commissione europea ha affrontato le questioni migratorie con un’azione mirata nei confronti di Paesi terzi come la Tunisia, l’Egitto e il Bangladesh. La Commissione ha creato partenariati strategici, tra cui quello con il Niger per la lotta al traffico di persone e il rafforzamento delle capacità nei Paesi partner, migliorando la cooperazione sulla migrazione legale e sui rimpatri e affrontandone le cause profonde. Inoltre, da giugno è in funzione un meccanismo volontario di solidarietà per fornire solidarietà mirata ai Paesi che ricevono un numero sproporzionato di arrivi.

Il Consiglio dell’Ue dei ministri di Giustizia e Affari interni, lo scorso mese di ottobre, ha affrontato i recenti sviluppi della rotta migratoria dei Balcani occidentali, che di recente ha visto un forte aumento dei movimenti migratori. La discussione si è concentrata, in particolare, sulla politica dei visti della regione dei Balcani occidentali e sui settori chiave per la cooperazione con i partner dei Balcani occidentali, individuando le iniziative comuni da mettere in campo per rafforzare l’azione europea.

Infatti, l’Ue continuerà a vigilare sugli sviluppi di altre rotte migratorie verso l’Europa, tra cui la rotta tra Turchia e Mediterraneo orientale, la rotta tra il Mediterraneo occidentale e l’oceano Atlantico e la rotta migratoria dei Balcani occidentali. A questo proposito, il presente Piano d’azione può servire da modello per sviluppare piani simili che affrontino le specificità di altre rotte migratorie.

Alla fine del mese di novembre i ministri dell’Interno dell’Ue hanno definito dei principi volti a rafforzare il meccanismo di solidarietà e la cooperazione tra gi Stati membri per prevenire le partenze dei migranti dai Paesi di origine. Nello specifico, i ministri hanno preso l’impegno costante a costruire un sistema di migrazione e asilo più resiliente e a dedicare tutti gli sforzi per trovare un compromesso sulla riforma del Patto dell’Ue sull’asilo e la migrazione il prima possibile.

Inoltre, è stata riconosciuta la necessità di intensificare il sostegno e la cooperazione dell’Ue con tutti i Paesi e le organizzazioni partner per prevenire le partenze ed evitare la perdita di vite umane, affrontare le cause profonde della migrazione e combattere le reti di contrabbando, nonché migliorare in modo significativo il rimpatrio e la riammissione.

Infine, è stato sancito l’impegno a intensificare gli sforzi per attuare il meccanismo di solidarietà concordato da alcuni Stati membri a giugno, riconoscendo la necessità di rafforzare il coordinamento e la cooperazione con tutti gli attori coinvolti nella ricerca e nel salvataggio, considerata l’importanza di un’adeguata protezione e gestione delle frontiere esterne dell’Ue, rifiutando ogni tentativo di strumentalizzazione dei migranti.

Bisogna riconoscere che delle soluzioni strutturali alla pressione migratoria verso l’Europa saranno trovate solo attraverso un accordo sull’intera serie di riforme in materia di asilo e migrazione attualmente in fase di negoziazione e che le misure operative proposte dalla Commissione europea servono ad affrontare solo le sfide immediate e in corso lungo la rotta migratoria del Mediterraneo centrale

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