Piano Colao e contrasto all’impoverimento

Nelle 120 schede presentate dal “Comitato di esperti in materia economica e sociale”, anche detto "piano Colao", uno spazio è dedicato al primo obiettivo Onu per il 2030: la lotta alla povertà
Foto Claudio Furlan - LaPresse 23 Febbraio 2020 Casalpusterlengo (Italia) News Code al supermercato per gli approvvigionamenti nella zona del lodigiano colpita dal coronavirusPhoto Claudio Furlan - LaPresse 23 Febbraio 2020 Casalpusterlengo (Italy) NewsQueues at the supermarket for supplies in the Lodi area affected by the coronavirus

Il documento del “Comitato di esperti in materia economica e sociale” per il rilancio del Paese, meglio conosciuto come “piano Colao” ha il merito di aver realizzato un agevole compendio di molte delle questioni rilevanti per il futuro.La sua effettiva utilità verosimilmente dipenderà da almeno tre fattori. Il primo è che, in questa fase di maggiore crisi dal dopoguerra, ogni discussione di respiro strategico presuppone che contestualmente venga data una risposta alle urgenze (un percorso per il ritorno alla normalità, gli indennizzi ai tanti rovinati dalla crisi da virus) che almeno dallo scorso aprile attendono risposte. Se non si sanano prima le piaghe aperte, diventa difficile ogni ragionamento sulla prospettiva.

Il secondo presupposto è che si individuino le risorse necessarie alla ripartenza. A oggi si deve constatare che l’Italia è la maglia nera nel mondo fra le grandi economie per gli aiuti stanziati per l’emergenza Covid-19. Se è vero che la lentezza e l’eccessiva prudenza con cui il Tesoro finanzia la ripresa è dovuta anche ai vincoli europei, è altrettanto vero che sul fatto che la Banca Centrale Europea, presieduta da Christine Lagarde, abbia imboccato con decisione la via di politiche monetarie espansive e anticicliche al pari della Fed e della gran parte delle altre banche centrali, non si possono più nutrire dubbi.

E dunque, in attesa degli strumenti ad hoc di cui l’Europa sta discutendo, ma che, nel migliore dei casi non arriveranno prima di un anno, occorre che il ministero dell’Economia finanzi l’extra-deficit da virus nel più classico dei modi, emettendo titoli pubblici in misura adeguata.

Buoni che alle aste vanno a ruba e che la Bce in parte ricompra sul mercato secondario, producendo di fatto la cancellazione di parte del debito aggiuntivo.

La terza condizione è che la politica eserciti la propria responsabilità. Il piano Colao, diviso in 6 capitoli e 120 schede, propone un’ampia e dettagliata panoramica su temi sui quali spetta alla politica e alle istituzioni prendere delle decisioni.

Ciò detto, l’aspetto forse di maggior impatto del documento del Comitato di esperti è quello della sostenibilità, come fattore di ripresa e di un nuovo sviluppo.

In particolare viene individuata nella lotta alla povertà, il goal 1 dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, una questione cruciale per la ripartenza.

La prima preoccupazione è quella di evitare che l’ondata di chiusure, fallimenti, licenziamenti generata dalle restrizioni per contenere l’epidemia, produca un aumento ulteriore della povertà che nel nostro Paese risultava già in forte crescita nell’ultimo decennio.

E contrastare il fatto che tale fenomeno si porti dietro altri aspetti negativi come la svendita alla criminalità organizzata da parte di molti imprenditori finiti in difficoltà e rimasti senza aiuti, dei loro esercizi commerciali, delle loro imprese.

Non essendo questa una fascia di poveri ma di classe media impoverita il rimedio più efficace è quello di dotarli, in tempi utili – non dopo, quando sarebbe troppo tardi – delle risorse necessarie per ripartire. Non assistenzialismo ma tempestivo risarcimento, sacrosanto e dovuto.

Il documento ha il merito di analizzare diverse forme di povertà e di proporre misure dettagliate e specifiche a seconda del tipo di manifestazione di indigenza.

A partire dalla povertà minorile, sempre più frequente con l’aumento della precarietà del lavoro e della fragilità dei legami fra i coniugi all’interno della famiglia.

In Italia più di 1 milione e 200 mila minori sono in povertà assoluta, quasi 1 bambino su 10 è obeso e 2 su 10 sono in sovrappeso; il 3,9% dei bambini non consuma un pasto proteico adeguato al giorno, percentuale che al Sud e nelle Isole sale al 6,2%.

Una situazione che è peggiorata ancora nella crisi da virus e per la quale i nostri esperti propongono di istituire un fondo di contrasto alla povertà alimentare minorile per ampliare la refezione scolastica gratuita nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie, promuovendo nel contempo il diritto al cibo sano e sostenibile.

Il documento prende in considerazione anche il contrasto alla povertà educativa, al digital divide e alla dispersione scolastica dei minorenni di famiglie beneficiarie del Reddito di Emergenza e/o del Reddito di Cittadinanza.

E propone un piano educativo di sostegno personalizzato (definito “dote educativa”) con azioni di presa in carico di minori in condizione di grave disagio economico esclusi, o ai margini, delle reti educative e di welfare.

Il nesso fra povertà materiale, rendimento scolastico, povertà educativa, degrado sociale è universalmente riconosciuto. L’attivazione del Reddito di Cittadinanza (RdC) ed ora anche di quello di emergenza (REM) offre l’opportunità di raggiungere bambini, adolescenti e genitori che potrebbero essere ad oggi fuori dal sistema di welfare ed educativo. Il documento coglie una questione centrale, che si è fatta sentire anche durante l’emergenza sanitaria.

La necessità di ricostruire reti di welfare e di solidarietà sul territorio costituite dai servizi sociali comunali e regionali, la scuola, i servizi sanitari di base, i centri per le famiglie, i servizi di mediazione culturale, le organizzazioni del terzo settore e del volontariato.

Quella che serve è dunque una presa in carico individuale che comprende prestazioni di carattere sociale, educativo, ricreativo e sportivo e l’orientamento alla fruizione della rete di servizi di welfare ed educativi presenti sul territorio.

Esattamente così, l’Alleanza contro la povertà in Italia, all’inizio del percorso che avrebbe portato alle attuali misure, intendeva la modalità di intervento nella lotta alla povertà dal lato socio-assistenziale: non sono sufficienti le erogazioni economiche se non sono accompagnate da un percorso realizzato nel segno della sussidiarietà.

È auspicabile che questo documento costituisca l’occasione per tutte le questioni cruciali che attendono risposta, per definire tempi certi per la discussione e per le scelte. Ulteriori ritardi potrebbero risultare non più sostenibili.

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