«Philosophari in Maria»

Il testo, a partire dall’espressione al n. 108 dell’Enciclica

Fides et ratio, sviluppa alcune considerazioni sul “profilo mariano” della filosofia. La capacità di fare silenzio; la fiducia nella ricerca della verità; l’accoglienza, l’attesa e la povertà; l’apertura al reale all’interno di una dinamica di amore e di donazione; la fecondità e l’apertura sul futuro; la sua imprescindibile dimensione etica e comunitaria. Il riferimento e il commento a un brano inedito – tratto da I. Giordani, La divina avventura – di Chiara Lubich sul rapporto tra Gesù e Maria apre poi ad alcune ulteriori riflessioni che analizzano, alla luce di questa “forma”, l’identità stessa della filosofia e il suo rapporto con le altre scienze, soprattutto la teologia. Emerge l’idea di una “nuova” ancillarità della filosofia, scienza della parola ultima che riconosce, liberandosi dalla propria autoreferenzialità, una parola che va oltre se stessa e ne allarga l’orizzonte, rivelandone il limite ma nel contempo elevandola ad altissima e inimmaginabile dignità. 

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