Per insegnare agli insegnanti

Parte il 1 ottobre la campagna di raccolta fondi “La chiave dello sviluppo”, per la costruzione di una scuola magistrale in Sudan. Il vescovo di Rumbek, mons. Cesare Mazzolari, ci illustra la situazione locale.
Cesare Mazzolari

L’educazione è la chiave dello sviluppo: è questo assunto a dare il titolo alla campagna di raccolta fondi per la costruzione di una scuola magistrale a Cuiebet, nel Sudan meridionale. Pochi numeri fanno capire come di sviluppo, in questa parte del mondo, ci sia bisogno soprattutto per i giovani, dato che l’età media della popolazione è di 19 anni (su un’aspettativa di vita di 51): il 90 per cento degli abitanti vive sotto la soglia di povertà, il 47 per cento dei bambini è sottonutrito, l’alfabetizzazione è ferma al 25 per cento con picco negativo del 12 per cento per le donne, dato che solo il 4 per cento delle bambine conclude gli studi primari. D’altronde, con appena 250 insegnanti attivi – di cui solo il 5 per cento possiede una qualifica adeguata – e nessuna scuola di formazione per docenti, è difficile andare lontano. Per questo l’associazione Cesar Onlus ha deciso di avviare questo progetto. Anima del tutto è il vescovo della diocesi di Rumbek, mons. Cesare Mazzolari.

 

Lo incontriamo a Roma, durante il suo viaggio in Italia per promuovere la campagna. «Con il Teacher’s training centre – spiega – contiamo di formare ogni anno 30 nuovi docenti. Ad occuparsi dell’insegnamento saranno i padri Marianisti e le suore comboniane, ma per il futuro l’idea è quella di lasciare il più possibile in mani sudanesi». La diocesi di Rumbek, che assumerà la gestione dell’istituto, ha già una notevole esperienza nel campo dell’educazione: «Oltre ad un centinaio di scuole primarie – prosegue mons. Mazzolari – abbiamo un centro di formazione professionale e un ginnasio, che consente l’accesso all’università». Lavoro prezioso soprattutto quando, durante la guerra civile, lo Stato era pressoché assente. Ora è il governo a pagare i salari degli insegnanti, in cambio del supporto logistico e formativo. A rifornire la mensa per gli studenti è il Programma alimentare mondiale: la garanzia di un pasto è infatti una delle precondizioni perché i bambini possano frequentare la scuola, non dovendosi preoccupare di cosa mettere sotto i denti.

 

Le scuole diocesane, che accolgono oltre 10 mila bambini, non fanno alcuna distinzione di credo né di etnia, contribuendo a ricostruire il tessuto sociale del Paese lacerato dalla guerra. Una distinzione, se la fanno, è di genere, nel senso che hanno un occhio di riguardo per l’istruzione femminile: «Nel progetto della scuola magistrale abbiamo previsto alloggi separati e la presenza di insegnanti donne per favorire la frequenza delle ragazze, come già avviene al ginnasio». In fondo sono state proprio le donne a scendere in strada l’8 marzo scorso, per rivendicare il diritto all’istruzione.

 

La raccolta fondi è partita lo scorso novembre, ed è arrivata a circa un terzo del milione e mezzo di euro necessari. Il lavori sono già iniziati, e possono essere seguiti sul blog di Cesar: una sorta di “fideizzazione” del donatore, tenuto aggiornato su come vengono utilizzati i soldi. La prossima fase della campagna è quella delle donazioni via sms, grazie alla collaborazione con fund-raising.it di Roma: dall’1 al 20 ottobre, per ogni messaggio inviato al 45598, un euro andrà a finanziare la scuola di Cuiebet, la cui apertura è prevista per giugno. «L’intento è quello di preparare i dirigenti di domani – prosegue mons. Mazzolari – e già oltre 500 dei nostri giovani frequentano l’università, o lavorano presso agenzie governative o internazionali».

 

Fondamentale il collegamento con l’Italia, dove Cesar è sostenuta da varie imprese, comuni, enti e associazioni. Grazie a fundraising.it è stata lanciata anche un concorso nelle scuole in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, il cui primo premio è una visita in Sudan. Un istituto sociopsicopedagogico di Genova ha inoltre avviato un gemellaggio con la scuola di Cuiebet: un dialogo tra futuri insegnanti italiani e sudanesi.

 

Per ulteriori informazioni e il progetto dettagliato della scuola, vedi il sito e il blog di Cesar.

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