Pensare all’italiana

La Lateran university press, l'editrice della Pontificia università Lateranense, lancia la collana "Filosofi italiani del Novecento" per valorizzare i grandi pensatori della nostra tradizione
Pontificia università Lateranense

Un filosofo francese contemporaneo notava acutamente che, in filosofia come anche in molti altri campi della riflessione e della vita, gli italiani non guardano benevolmente al pensiero di casa, e si mostrano piuttosto esterofili, preferendo andare a cercare, fuori dai confini del Paese, quello che potrebbero trovare facilmente in casa.

Questa tendenza sembra essere smentita da un nuovo evento culturale, che la Lateran university press, l’editrice della Pontificia università Lateranense, ha messo in atto grazie al poderoso lavoro dei professori Calogero Caltagirone e Gianluigi Pasquale. Si tratta della collana “Filosofi italiani del Novecento”, presentata il 28 novembre scorso presso la suddetta università alla presenza del rettore mons. Enrico dal Covolo, di mons. Marcelo Sanchez Sorondo, e dei professori Gianfranco Basti, Francesco Miano e Carmelo Vigna.

Come è stato notato dai curatori «l’Italia ha creato una tradizione filosofica propria, soprattutto nel ventesimo secolo. L’intento della collana non è un riportare all’attualità i filosofi che hanno segnato quel secolo, ma è piuttosto di recepirne l’onda lunga».

Si tratta di un progetto importante che ha già al suo attivo, in un solo anno, ben quattro pubblicazioni su autori del calibro di Nicola Abbagnano, Gustavo Bontadini, Armando Carlini, Cornelio Fabro, e prevede nelle prossime uscite Augusto Del Noce, Italo Mancini, Luigi Pareyson ed Emanulele Severino. Ognuno di questi volumi ha una struttura articolata in tre parti che permette di accostare l’autore nella sua integralità: La vita e il contesto; Le opere; Il pensiero.

La particolarità di questi libri è che sono scritti da giovani studiosi: un’occasione per far conoscere e promuovere anche questi autori. Non c’è dubbio che questi testi saranno un buono stimolo, per professori e insegnanti, nelle scuole superiori come nelle università, a conoscere e ad apprezzare meglio la nostra italica tradizione, pensando, per così dire, un po’ di più «all’italiana».

Segnalo una bella intervista sul tema a Gianluigi Pasquale

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