Parte il taxi cosmico

La nuova corsa allo spazio vede i privati in prima fila. Obiettivi: Luna, Marte e turismo in orbita
Il Kennedy Space Center a Cape Canaveral

La data fatidica da tenere a mente per il futuro dell’esplorazione spaziale è il 27 maggio 2020. Per capire perché, basta mettere insieme gli ingredienti, le istruzioni e gli strumenti.

Elon Musk con il modellino della Star Ship
Elon Musk con il modellino della Star Ship

Il primo ingrediente sono 3 miliardari, i cosiddetti miliardari dello spazio. Elon Musk, sudafricano, quello della macchina elettrica Tesla e della società SpaceX. Jeff Bezos, statunitense, il padrone di Amazon, fondatore di Blue Origin. Richard Branson, britannico, fondatore del gruppo Virgin. Quello che li accomuna, oltre ai miliardi di dollari che ognuno possiede, è la prospettiva visionaria tipica di coloro che vogliono cambiare i destini dell’umanità e sono in grado di farlo.

Jeff Bezos
Jeff Bezos

Il secondo ingrediente è la Nasa, l’ente spaziale americano che, a dieci anni dall’ultimo volo della navicella Shuttle, ha deciso di tornare in grande stile all’esplorazione spaziale, ma con un modello nuovo di zecca: invece di continuare ad affittare le navicelle russe Soyuz, ha deciso affidare tutto il lavoro di preparazione dei voli (e i relativi investimenti) ai privati, riservandosi la supervisione degli aspetti scientifici.

Richard Branson
Richard Branson

Terzo ingrediente è l’ambizione, o se preferite, la competizione. Russia e Cina stanno investendo parecchio con due obiettivi principali: tornare sulla Luna (l’ultimo sbarco umano è del 1972) e arrivare su Marte con un equipaggio di astronauti. Naturalmente gli Usa non possono lasciarsi superare in questa corsa prestigiosa, per cui si sta tornando alla “gara spaziale” che accelerò e rese possibile il primo sbarco sulla Luna negli anni ’60.

C’è un ultimo ingrediente da considerare: il nostro pianeta è nei guai, tra sfruttamento delle risorse, inquinamento e cambiamento climatico. Meglio cominciare a riflettere sulle risorse che si potrebbero ricavare dai corpi celesti vicini (pianeti e asteroidi) e sulle nuove tecniche di estrazione di minerali, acqua e ossigeno. Chi prima arriva, naturalmente, prima incassa i dividendi.

A proposito di strumenti, semplificando ne servono due: navicelle adatte e base di lancio. Per quanto riguarda razzi e navicelle, i nostri tre miliardari sono in piena attività. Musk ha già pronto il suo razzo Falcon-9 capace di atterrare in verticale, cosa che alla Nasa non è mai riuscita, e la sua navicella Crew Dragon, in grado di ospitare fino a 7 astronauti. Branson, dal canto suo, ha già più di 8 mila prenotazioni per la sua SpaceShipTwo, la prima nave da turismo spaziale. Bezos è più indietro rispetto agli altri due, ma vuole recuperare il ritardo entrando nel turismo col suo ascensore spaziale: il razzo New Shepard.

Buzz Aldrin sulla Luna con l'Apollo11 - 20 luglio 1969
Buzz Aldrin sulla Luna con l’Apollo11 – 20 luglio 1969

Infine la base di partenza. Vi dice qualcosa il nome di Cape Canaveral, il mitico “porto della Luna” da cui partivano le missioni Apollo? Bene, Elon Musk ha avuto in concessione dalla Nasa una delle rampe di lancio (39A), per cui ora può usarla come vuole.

Concludiamo con la ricetta: il 27 maggio 2020, per la prima volta nella storia, due astronauti della Nasa (Bob Behnken e Doug Hurley) voleranno verso l’orbita terrestre a bordo della navicella privata americana Crew Dragon di Elon Musk. Arriveranno alla Stazione Spaziale Internazionale dove resteranno alcuni mesi per esperimenti scientifici. Se tutto andrà bene, per settembre la Nasa ha già prenotato il viaggio di ritorno, pagando a Musk un biglietto del costo di 2,7 miliardi di dollari (per 6 viaggi). I tempi cambiano.

La capsula Dragon di Elon Musk
La capsula Dragon di Elon Musk

Conviene ricordare, infine, che il 10 ottobre 1967 è entrato in vigore il Trattato sullo spazio extra-atmosferico che vieta ogni proprietà privata sulla Luna e gli altri corpi celesti. Questi sono dunque beni comuni appartenenti a tutti i popoli della Terra, utilizzabili solo per scopi pacifici.

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