Parma rende onore a Verdi

La città emiliana festeggia il bicentenario della nascita del maestro. Numerosi appuntamenti e qualche polemica per il Festival dedicato al grande compositore
Festival Verdi

Cosa è successo il 10 ottobre 1813? Una domanda forse difficile se posta al primo passante o turista che passeggia in centro a Roma. Una domanda che resta per i più senza risposta anche a Parma dove tanti non sanno rispondere a questo quesito  formulato da un giornalista. Eppure è da qualche anno che in città si parla di un anniversario importante. Son passati infatti ben 200 anni dalla nascita del maestro Giuseppe Verdi, che avvenne il 10 ottobre 1813.

Se in piazza Verdi la giornata inizia col canto del Va’ pensiero e per tutto il mese si susseguono gli appuntamenti del Festival Verdi, stona la nota che tanti parmigiani non conoscano così bene la storia che fa di questa città una tra le più importanti piazze legate alla musica. A Busseto, città d’origine del maestro (collocata nell’appennino parmigiano), sabato scorso c’è stata la prima di Falstaff con Renato Bruson che ha interpretato Sir John Falstaff. Tutto esaurito con tanti turisti presenti in platea, soprattutto tedeschi. E pensare che Bruson, stessa classe d’età di Luciano Pavarotti, ha continuato ad emozionare con le sue note dando voce a quella che è l’ultima opera di Verdi.

Tra le iniziative e gli appuntamenti più importanti (è consultabile il programma sul sito www.festivalverdiparma.it), certamente non manca il capolavoro sacro di Verdi, la Messada Requiem che il 31 ottobre al Teatro Regio vedrà la presenza dell’orchestra nazionale francese diretta dal maestro Daniele Gatti.

Questo festival verdiano, che ha creato non poche polemiche per l’assenza di fondi sui quali poter contare, si sta rilevando invece di tutto rispetto con ottime critiche alle interpretazioni artistiche e una presenza considerevole di turisti, tra i quali molti giapponesi. Per Parma si tratta dunque di un rilancio, niente male per l’economia della città, per tutte le attività commerciali e le strutture d’ospitalità che possono offrire prodotti e servizi di ottimo livello.

Resta invece solo un sogno della precedente amministrazione comunale quello di rendere via Verdi (l’arteria principale che dalla stazione porta in centro) un’isola pedonale, con tanto di panchine, steli che portano i nomi delle opere del maestro e la musica di Giuseppe Verdi che fa da sfondo alle passeggiate. Se questo è un sogno, è invece realtà il degrado presente ancora in città, un degrado legato ai lavori della stazione che dovevano terminare all’inizio di questo anno e invece vanno avanti molto a rilento per via dei debiti lasciati dalla precedente amministrazione. Insomma, un sogno del passato che si scontra con la dura realtà del presente.

Se il Festival Verdi in città è sempre stato molto considerato è anche merito del loggione, delle sue critiche, dei suoi profumi e soprattutto delle sue battute dialettali. Il giornalista Tiziano Marcheselli della Gazzetta di Parma per ben 15 anni ha riportato sulla pagina degli spettacoli gli umori e i commenti sentiti e percepiti in piccionaia. Marcheselli è mancato due anni fa e l’opera è stata portata a termine dal figlio. “Lassù in loggione” è un volume che racconta il bello della diretta di una città votata alla lirica dove tra applausi e fischi quel che resta è l’amore per la musica e per il maestro Giuseppe Verdi.

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