Paraguay. Riconciliazione nazionale

I conti con la storia recente e i pericoli attuali

Significativa cerimonia commemorativa in occasione dell’undicesimo anniversario dell’assassinio del vicepresidente della repubblica Luis María Argaña. Alla presenza dell’attuale vicepresidente della Repubblica, Federico Franco, e di altri esponenti politici, Nelson Argaña, figlio del politico ucciso, ha rilasciato un’importante dichiarazione sulla necessità di una riconciliazione politica da ricercare anche all’interno dello stesso partito Colorado che ha governato ininterrottamente il paese dal 1946 al 2008.

 

«Cerchiamo la riconciliazione di tutti i paraguayani, tenendo conto che tutto passa, innanzitutto, attraverso la pacificazione del partito Colorado» . «Viva la riconciliazione nazionale!», ha dichiarato Argaña.

La sconfitta elettorale del "coloradismo" ha, infatti, diviso profondamente il partito tra i cosiddetti continuisti e i rinnovatori che attribuiscono l’insuccesso del 2008, nei confronti di Fernando Lugo, alla presenza di un’endemica corruzione fomentata dal partito. Sull’uccisione di Luis Maria Argaña permane la mancanza di chiarezza quanto ai mandanti. Mentre è stato sempre evidente il legame tra l’assassinio dell’esponente istituzionale e le dinamiche negative della politica paraguayana piagata da corruzione, concussione, accordi illeciti e legami con la delinquenza organizzata. L’omicidio produsse a suo tempo una grave crisi nel Paese rischiando l’avvio di una guerra civile dopo gli scontri, anche mortali, tra i manifestanti delle opposte fazioni.

 

L’appello di Nelson Argaña giunge in un momento difficile per la società paraguaiana. Mentre un senatore sta cercando in tutti i modi l’incriminazione per l’attuale presidente della Repubblica, alcune organizzazioni sociali pongono duramente sotto accusa l’intera classe politica. Si registrano, inoltre, diversi episodi di sequestri di persona operati da una fantomatica organizzazione terrorista autodenominatasi EPP, Esercito del popolo paraguayano. In mezzo a questi elementi di grande tensione sociale, salgono sempre più in alto le proteste della popolazione indigena che reclama il diritto alla terra.

 

Il presidente della Repubblica, Fernando Lugo, ha raccolto l’invito di Argaña in occasione della presentazione del nuovo piano sociale biennale con la seguente dichiarazione: «Abbiamo bisogno di un patto sociale nel quale il dialogo, le intenzioni e le azioni tra tutti i settori sociali definiscano la visione di un futuro condiviso».

 

SM_Ciudad Nueva_Uruguay_2010/03/27

 

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