Papa Francesco a Nomadelfia

Papa Francesco incoraggia la comunità di Nomadelfia, vicino Grosseto, a proseguire con coraggio nel cammino intrapreso da don Zeno Saltini

Il discorso di papa Francesco a Nomadelfia comincia alle 9 e 4 minuti. Dopo i saluti, i ringraziamenti e i doni ricevuti alle 9 e 31 l’elicottero decolla in direzione di Loppiano seconda tappa del suo viaggio nel ricordo di don Zeno Saltini e Chiara Lubich. Il papa incoraggia le 300 persone della comunità di Nomadelfia e i numerosi ospiti che hanno seguito l’ideale di «realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella». Nomadelfia è un neologismo creato da don Zeno che significa “la legge della fraternità”.  Un sogno, una profezia, un obiettivo, uno stile di vita che nasce da una scintilla originaria che il papa così delinea: «Di fronte alle sofferenze di bambini orfani o segnati dal disagio, Don Zeno comprese che l’unico linguaggio che essi comprendevano era quello dell’amore. Pertanto, seppe individuare una peculiare forma di società dove non c’è spazio per l’isolamento o la solitudine, ma vige il principio della collaborazione tra diverse famiglie, dove i membri si riconoscono fratelli nella fede». Don Zeno, infatti, sin dagli ’40, accoglieva bambini abbandonati ma non voleva fossero accolti e cresciuti in un collegio, ma in una famiglia. Nel 1941 Irene si dichiara disposta a fare da mamma e solo nel 1954, dopo tribolate vicissitudini, nasce a pochi chilometri da Grosseto la comunità di Nomadelfia su un territorio di 4 chilometri quadrati, oggi popolato da con circa 300 persone, 50 famiglie e singoli che vivono in una forma comunitaria tutti gli aspetti della vita, dal lavoro, alla educazione.  Un «vincolo di consanguineità e di familiarità, manifestato anche dai rapporti reciproci tra le persone: tutti si chiamano per nome, mai con il cognome, e nei rapporti quotidiani si usa il confidenziale “tu”». Una comunità che rappresenta un segno profetico di come poterebbe una società animata dallo spirito evangelico, «sul modello dell’amore fraterno», con «una struttura leggera ed essenziale». «Un incontro breve – conclude il papa – ma carico di significato e di emozione; lo porterò con me, specialmente nella preghiera. Porterò i vostri volti: i volti di una grande famiglia col sapore schietto del Vangelo».

Francesco Materazzo, l’attuale presidente di Nomadelfia si aspetta che: «L’esperienza di Nomadelfia sia replicabile e proponibile alle famiglie cristiane».

Alle 10 il papa atterra a Loppiano, saluta con un bacio la presidente Maria Voce e le campane suonano a festa. Comicia la seconda tappa molto attesa.

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