Il papa in carrozzina e la gioia del Vangelo

Intervista a Massimo Toschi a partire dalla momentanea situazione di salute di papa Francesco, che lo vede muoversi in carrozzina.
Papa Francesco in carrozzina (AP Photo/Alessandra Tarantino, File)

Massimo Toschi, che impressione le ha fatto vedere il papa in carrozzina?
Guardando le foto che testimoniano il papa in carrozzina, l’ho visto raggiante, come mi ha detto un sacerdote. Ecco la gioia del Vangelo. Il papa ha scelto all’improvviso e in modo sorprendente di andare in carrozzina. Il papa entra a pieno titolo nella grande famiglia dei disabili, che hanno bisogno di essere aiutati nella debolezza e al tempo stesso hanno bisogno di condividere la vita. Dunque un gesto di condivisione che aiuta il papa ad abbandonare lunghe camminate – di cui siamo stati testimoni – per il grande dolore al ginocchio e con il rischio di cadere ad ogni scalino. Un gesto profetico, non “spettacolo”. La carrozzina non è un giocattolo. Permette di annullare la fatica dei passi quotidiani. Senza la carrozzina non sarei andato a Gaza, non sarei andato in Algeria, ad incontrare Mandela in Sud Africa, non sarei andato tante volte a Gerusalemme come fosse diventata casa mia. E ho scoperto in questi viaggi che l’essere andato in carrozzina diventava un segno forte della mia vita e di amicizia con queste città, questi luoghi, queste persone.

Secondo lei come cambierà la vita per il papa?
Io penso che gli permetterà una vita ancora più semplice, sia nei discorsi che deve tenere, sia nelle liturgie sia nei viaggi. Non dovrà portare il peso di un dolore indicibile e di vivere con la costante preoccupazione di cadere.

Cosa direbbe ai 23 disabili che sono rimasti bloccati alla stazione di Genova mentre tornavano a Milano?
Io penso che anche i disabili di Genova si sentiranno meno soli, hanno trovato un nuovo amico, che è solidale con loro e con le loro lotte.

Che direbbe alle comunità cristiane a partire da questo gesto di papa Francesco?
Inizia oggi l’impegno a rendere le Chiese accessibili ai disabili. Molte, troppe Chiese non sono accessibili. È tempo di correre lungo questa prospettiva. La Chiesa si avvia a celebrare un Sinodo che sembra tenere fuori i disabili. O i disabili spesso diventano oggetto di azioni da parte delle comunità, delle diocesi.

Il papa sogna una chiesa in cui i disabili siano soggetti e non oggetti. Ecco la conversione per la Chiesa.

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