Il pannello solare che produce acqua potabile

Una possibile soluzione per la siccità, soprattutto per i paesi in via di sviluppo

In questo periodo di forte siccità, quando nel nostro Belpaese scarseggia l’acqua, iniziamo davvero a capire quanto sia importante e parsimonioso l’utilizzo di questo bene primario. Eppure in altre parti del mondo, dove non piove da mesi, è davvero preoccupante la scarsità d’acqua. Cosa si può fare per creare acqua dal nulla? O forse dall’aria? Se lo sono chiesti alcuni ricercatori americani, realizzando così un progetto formato da uno speciale pannello solare in grado di estrarre acqua potabile…dall’aria.

È una di quelle invenzioni che davvero potrebbe cambiare la vita a milioni di persone. Certo, lo sappiamo, già esistono pannelli solari che forniscono energia elettrica ed acqua calda. Ma pannelli che producono acqua dall’aria è la prima volta in assoluto. In pratica, questo speciale pannello solare, denominato SOURCE, trasforma il vapore acqueo o l’umidità presente nell’aria, in acqua potabile.

Il progetto è realizzato da una start-up americana denominata Zero Mass Water, nata poco più di un anno fa grazie alla ricerca dell’università statale dell’Arizona. Cuore del dispositivo è uno speciale materiale realizzato dall’azienda in grado di assorbire l’umidità dell’aria in maniera particolarmente efficiente.

acqua dal pannello solare

E così, l’energia prodotta dal pannello solare viene utilizzata per far evaporare nuovamente l’acqua, eliminare le sostanze inquinanti e riportarla allo stato liquido. Il prodotto ottenuto è simile all’acqua distillata. Il procedimento continua poi nel filtrare il liquido attraverso diversi strati di minerali tra cui calcio e magnesio per renderla potabile e gradevole al palato.

Cody Friesen, inventore di Source, afferma che questo sistema potrebbe essere la risposta ai problemi idrici dei paesi in via di sviluppo: ogni pannello può garantire fino a 10 litri di acqua al giorno, sufficienti per il fabbisogno di 4 persone.

Ad oggi sono stati raccolti già sette milioni di dollari per avviare questo progetto – in via di sperimentazione – in Messico, Giordania e Ecuador. A breve, speriamo, potremmo trovarla sul mercato mondiale.

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