Paco de Roux: una vita spesa a fare luce

Alcune pennellate sulla vita di una delle figure più rispettate in Colombia e più ascoltate in materia di pace e di diritti dei contadini. Gesuita, sacerdote, economista… una vita al servizio della verità.

A volte si ha l’impressione che il mondo si divida tra chi vuole vedere, e dunque conoscere, la realtà e chi invece preferisce ignorarla, oppure fabbricarsene una versione che risponde all’idea che si è fatto della realtà. Come nel caso dei negazionisti del coronavirus, una sorta di redivivi del manzoniano don Ferrante, che preferiscono le biblioteche virtuali piene di false narrative piuttosto che prendere atto della realtà dei fatti.

Francisco de Roux, colombiano di Cali, classe 1943, è uno di coloro che spendono la loro vita ad aprire gli occhi a tanti. Ma con la dolcezza del suo tono di voce, sempre pacato, sempre costruttivo. La sua è una delle tante storie nate sulle rive del realismo magico forgiato da García Márquez, dove l’assurdo diventa realtà, come la guerra che ancora insanguina il Paese dopo più di 50 anni, mentre centinaia di attivisti sociali – più di 400 dal 2016 ad oggi – sono stati massacrati per mettere a tacere la voce di chi non ha voce, da paramilitari, guerriglieri, cartelli del narcotraffico e delinquenti comuni, perché è troppo scomodo far sapere a tutti in Colombia che le disuguaglianze sono a livelli stratosferici.

Francisco De Roux, ma tutti lo chiamano Paco, è un gesuita, ordinato sacerdote nel ’75, ordinazione che lui stesso procrastinò perché, prima di laurearsi in teologia, voleva finire i suoi studi in economia. Dopo il master in economia all’Universidad de Los Andes, ha proseguito con quello presso la famosa London School of Economics and Political Science. E ne aveva bisogno, Paco, di questi studi, perché nella sua lunga esperienza di costruttore di pace, ha compreso che la pace è legata anche alla possibilità di vivere liberi e di poter costruire sogni. Dunque al lavoro e all’economia. Per anni si è dedicato al “Programma di sviluppo e pace” del Magdalena Medio, il fiume che attraversa da sud a nord la Colombia, e che nel suo corso medio percorre una regione di 50 mila kmq, il doppio dell’intero El Salvador, ma con gli stessi indici di violenza. Con la differenza che nel Paese centroamericano gli abitanti sono 6,4 milioni e nel Magdalena Medio sono 800 mila.

Insieme a decine di attivisti, Paco è riuscito a introdurre principi economici che hanno consentito di sviluppare la regione, potenziando ricchezze e capacità, ma in autonomia, generando lavoro e solidarietà. La produzione agricola locale ha consentito di liberarsi dallo sfruttamento dei produttori avviando iniziative di credito associativo, e favorendo il ritorno di tanti abitanti che erano sfollati a causa della guerra civile (nella zona è attiva la guerriglia dell’Eln, che guarda in cagnesco le iniziative di Paco). Il Programma ha ricevuto il Premio Nazionale per la Pace nel 2001. Ma nel 2010, 2011 e 2013 altre tre iniziative sorte da quella matrice hanno ricevuto lo stesso riconoscimento.

Nel frattempo, però, Paco ha perso il conto dei compagni di viaggio di queste avventure che ha dovuto seppellire, vittime della violenza, eliminati senza pietà perché non si possono sottomettere facilmente coloro che sono coscienti e convinti dei propri diritti. Se non erano i criminali comuni a sparare, erano i gruppi paramilitari, oppure la guerriglia. Una delle tante vittime è stata Alma Rosa Jaramillo, una avvocata che lavorava in difesa delle comunità rurali per evitare che i contadini fossero privati delle loro terre. Per essere sicuri che il messaggio fosse compreso bene, i paramilitari hanno squartato il cadavere di Alma Rosa, facendone rinvenire le parti ai quattro punti cardinali. Quando fu concesso a Paco un nuovo riconoscimento, lui, cosciente di essere espressione di tanti, si presentò alla cerimonia insieme a una cinquantina di persone della comunità di Alma Rosa. Ed il premio non lo volle ricevere lui, ma designò un giovane diciottenne al quale cedette la parola: “Siamo qui per dire che non smetteremo di lottare. Io sono il figlio di Alma Rosa Jaramillo e prenderò il suo posto”.

Oggi Paco continua nella sua missione pacifica di risvegliare i cuori, come ha sempre fatto. Presiede la Commissione per il chiarimento della verità, che sta per fare luce sulle cause della guerra civile colombiana, perché non si può costruire la pace se non si accetta la verità dei fatti. E nemmeno si può costruire una vita vera avvolti nell’illusione che ciò che accade non sta accadendo. Paco questo lo sa bene ed è disposto anche a dar la vita per realizzarlo.

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