Tra odio e proposte di boicottaggio

Il regime di Maduro mette in atto ogni strumento per mantenere il potere, mentre l’opposizione, rifiutando ogni dialogo, si chiude in una strada senza uscita. Seconda parte dell’articolo
Crisi politica in Venezuela (foto AP)

La prima parte dell’articolo può essere letta qui.

 

Il disegno di legge «contro l’odio e per la convivenza pacifica» è stato discusso in plenaria e sarà ora presentato in un ampio dibattito cittadino, ha affermato la presidente dell’Anc Delcy Rodríguez, che ha descritto il provvedimento come una «regolazione dell’emissione di messaggi di odio e di intolleranza» che saranno penalizzati con pene di 15 a 25 anni di reclusione.

Un’apposita “Commissione della verità” giudicherà i responsabili della violenza politica. «C’è stato un tweet di un partito dell’opposizione con minacce di morte al sindaco di Caracas», ha ad esempio dichiarato la Rodríguez. E ha continuato: «Tali espressioni di odio devono finire in Venezuela, e perciò questa legge conterrà sanzioni e regolazioni dei mezzi di comunicazione», giacché le reti sociali sarebbero «la piattaforma più grottesca e brutale per attentare contro l’integrità del popolo», motivo per il quale «devono esistere limiti alle aziende» del settore.

Di fatto, è già successo, ha spiegato un giornalista locale a Città Nuova, che, oltre al controllo della posta elettronica e alla sospensione del servizio di internet di cittadini sospettati, la polizia abbia fermato cittadini, controllato i loro cellulari ed arrestato il portatore quando avesse trovato messaggi contrari al regime, con ‘’accusa di “delitto di odio” o di tradimento alla Patria.

La situazione attuale è perciò di stallo completo. La Rivoluzione civico-militare chavista è ancora solida, com’è stato dimostrato dal tentativo di sollevamento militare potenzialmente pericolosissimo (si sarebbe trattato di impossessarsi di circa 140 carri armati) prontamente debellato il 6 agosto scorso.

Ultimamente è poi in aumento il sospetto di una crescente influenza dei funzionari cubani presenti nel settore pubblico e militare venezuelano, che ora sono alcune migliaia. Per aver definito questa situazione come uno «stato di occupazione» straniera, è stato arrestato ed è irreperibile il generale Angel Vivas, ufficialmente incriminato per aver raccomandato la collocazione di una catena in una strada durante una manifestazione nel 2014, cosa che provocò la morte di un motociclista.

Secondo l’ex sindaco di Callao, Ramon Muchacho – esule a Miami e incriminato per non aver impedito un corteo dichiarato illegale dal governo , scartando l’opzione dell’intervento armato minacciato apertamente da Donald Trump, l’unico modo di assicurare l’alternanza al governo, vista la mancanza di garanzie nelle elezioni presidenziali del 2018-2019 per le quali l’Anc può cambiare totalmente le regole a favore di Maduro, è il boicottaggio economico. Questo può avvenire su tre fronti: l’interruzione dei prestiti al regime da parte dei governi di Russia (un miliardo di dollari recentemente) e di Cina, e l’embargo del petrolio venezuelano comprato dalle aziende statunitensi. In un’intervista alla Bbc, Muchacho ha così riassunto la situazione:

«È meglio per l’opposizione dar battaglia nelle urne contando voti che nelle strade contando proiettili e fucili». E morti.

Quel che si temeva sta avvenendo: il regime di Maduro mette in atto ogni strumento per mantenere il potere, mentre l’opposizione, rifiutando ogni dialogo, si sta chiudendo in una strada senza uscita. Ma si attendono ora le mosse della Mud, la tavola dell’opposizione.

 

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