Non toccate il cioccolato

Un giovane ruba una barretta e viene condannato a due anni di reclusione. Ironica lettura di un furto “prelibato”
Mani sulla cioccolata
Che il caro vita sia entrato in un vortice di aumenti lo si sapeva!Ma addirittura che la cioccolata avesse raggiunto una quotazione simil oro, ci era sconosciuto.

A farne le spese di questo forsennato “aumento”, è stato un giovane romeno di 25 anni che, forse in momento di crisi ipoglicemica, ha rubato una barretta di cioccolato dagli scaffali di un supermercato nel centro di Arezzo. Beccato dai dipendenti del negozio, appena riprese le forze dal calo degli zuccheri, il ladro di prelibatezze si è dato alla fuga spintonando gli agenti che lo rincorrevano.

Conclusione: arresto, processo per direttissima per rapina impropria ai sensi dell’art. 628 applicato a «chiunque adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione (della cosa), per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri l’impunità».

 

Se Benigni rifacesse il film Johnny Stecchino, oggi direbbe che, invece delle banane, ad Arezzo (e non più a Palermo) non è il caso di toccare il cioccolato! Quindi il “rapinatore” è stato condannato a due anni con multa di 600 euro e spedito in carcere per custodia cautelare.

Mia nonna, quando vedeva che, da ragazzino – preso dal sacro fuoco delle patatine fritte – le sottraevo in modo proprio e non improprio alla padella di mia madre, diceva sempre con fare solenne: «Chi è fedele nel poco, è fedele nel molto». E sono quelle frasi che, a mo’ di tatuaggio, non spariscono mai dal tuo immaginario.

In effetti è vero l’aforisma della nonna: alla fine conviene non farsi spingere dal prurito di prendere una cosa che non è nostra o che comunque non è mai il caso di prendere. Insistendo sugli aforismi della nonna (sempre la mia): «Dio non paga il sabato» traduciamo che prima o poi si deve saldare il conto.

 

Rimangono, comunque, domande aperte, senza voler fare cadere in un facile populismo, su come vi sia giusta attenzione ai cosiddetti “rubagalline, che, in una fase recessiva, si accontentano della cioccolata, mentre vi sia più difficoltà ad assicurare alla giustizia persone che, in termini proporzionali, hanno sottratto una fabbrica di cioccolato.

 

Da impenitenti e ottimisti, sogniamo ad occhi aperti che la bilancia di uguaglianza, che campeggia nei Tribunali, tornerà prima o poi in contrappeso perfetto, dove chi ruba barrette e chi fabbriche di cioccolato abbia da non essere pagato il sabato e che la fedeltà del poco e del molto sia ricambiata. Grazie Nonna!

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