Non scherziamo col fuoco

Tante domande e poche risposte di fronte all’ennesimo episodio di violenza contro i Rom, a Torino
Incendio al campo nomadi
Si direbbe un bel fine settimana di notizie tra la ragazza di Trento “liberamente” portata all’aborto, al nuovo incubo killer della Virginia e al rogo del campo Rom del quartiere Vallette di Torino. Non c’è che dire.

Soffermandoci all’episodio di Torino questo fatto violento, una volta trasformato in cronaca, in notizia, ha scatenatoil ripetuto grido manzoniano: “dagli all’untore”. Emerge sicuramente che il manzoniano urlo colpisce, per l’ennesima volta gli untori per antonomasia, quelli delle periferie e delle bidonville metropolitane, i rom.

 

Il neo ministro Andrea Riccardi , non solo per il suo ruolo a Palazzo Chigi, ma anche per gli anni trascorsi a fianco degli ultimi, ha affermato a che: «il segnale di un antigitanismo che affonda in una mentalità xenofoba, intollerante e violenta, che non può trovare alcuna giustificazione in un Paese civile e democratico come il nostro».

 

Ma nell’episodio ci sono degli elementi che,nella concitazione della notizia, non emergono, ma che fanno riflettere. Intanto, inizialmente, le indagini delle forze dell’ordine sul raid incendiario si sono concentrate sugli ambienti del tifo organizzato, in particolare della Juventus– e questo per fede sportiva mi rincresce non poco – anche se pare che poi tale circostanza non sembri confermata. Ma anche solo il sospetto,chiaramente, pone domande su quel connubio che tentenna ormai da tempo tra sport ed educazione. In tempi di richiesta di riforme strutturali anche questo argomento ne avrebbe proprio bisogno una.

 

Altro aspetto che lascia tanti interrogativi è il clima dove è maturata questa grande e grave “bugia” della nostra adolescente. Pare che i genitori ponessero continue domande e non solo sulla verginità della figlia che, nel momento in cui, ha concretamente vacillato, non ha trovato di meglio che editare una sorta istant book di genere horror, difesa dal fratello che probabilmente inconsapevole ha avallato la tesi dello stupro.

Resasi conto che il suo diventare Pinocchio non è stata una bella favola, ma ha fatto perdere alla maggior parte delle famiglie rom, coinvolte nel rogo, tutti i propri “averi”, nonchè l’unico riparo a disposizione, ha dichiarato: «Perdonatemi se potete». La misericordia è certamente una strada privilegiata per dare una dimensione alle cose e farle ritornare nella giusta direzione, ma poi è necessario capire le ragioni, prevenire le scorribande dei novelli sceriffi di periferia, ridare senso alla coesione sociale delle piccole e grandi comunità, vera azione sulla “sicurezza”.  Poi non lasciare sole le famiglie per evitare enfasi a tabù e invece dare sostanza ai valori compresi e condivisi, unica prevenzione per non scherzare col fuoco.

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