“Non passate oltre la sofferenza”

Ieri la Via Crucis con Benedetto XVI. La Croce di Cristo – ha detto il papa - «ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non è qualcuno di distante e lontano dall'uomo e dalle sue vicissitudini».  
gmg madrid

I giovani e la Croce. È stata la giornata della Via Crucis ieri a Madrid. Le migliaia di giovani della Gmg si sono di nuovo ritrovati con Benedetto XVI per partecipare allo sfilare, stazione per stazione, della croce da piazza Colon fino a plaza de Cibeles (nella foto). I giovani e la Croce: strano binomio, soprattutto in un mese di agosto in cui si è abituati a vedere le spiagge affollate e le piazza delle città in festa. Eppure da Madrid in questi giorni – oltre alle bandiere sventolate, ai canti, alle grida di gioia – arrivano messaggi di una profondità e serietà tale che fanno calare come non mai questa Gmg nel cuore dell’umanità e nel cuore di una generazione di giovani che la storia attuale sta duramente mettendo alla prova.

 

Il Papa è arrivato a Madrid consapevole delle difficoltà che i giovani vivono sulla pelle ogni giorno. Lo ha dimostrato fin dal suo arrivo all’aeroporto internazionale dove aveva elencato le situazioni di conflitto, tensione e discriminazione vissute da molti giovani in alcuni parti del mondo. Ed aveva dato voce alla «preoccupazione» con la quale molti di loro, in un’Europa in forte recessione, guardano «al futuro» e «alla difficoltà di trovare un lavoro degno, o perché l’hanno perduto o perché precario e insicuro». Proprio a loro il Papa si è rivolto quando ha detto: «Niente e nessuno vi tolga la pace».

 

Parole che sono risuonate particolarmente forte di fronte alla manifestazione di protesta degli “indignados”. La sera del 17 agosto alla Puerta del Sol di Madrid si sono viste scene di violenza che mai avremmo voluto vedere nell’ambito di una più vasta manifestazione promossa in modo pacifico e da loro coetanei come la Gmg. Scene che fanno male, che hanno fatto venire in mente le immagini viste a Londra qualche giorno prima. Al di là delle motivazioni, al di là delle responsabilità personali, dietro a quei tafferugli c’è una generazione di giovani che soffre e che grida.

 

I giovani e la Croce. Forse mai come quest’anno la Via Crucis è stata il simbolo più vero di questa Gmg. È calato il silenzio su Madrid. Grazie ai testi delle meditazioni, scritti quest’anno dalle suore “Hermanas de la Cruz” (Sorelle della Croce), si sono ricordate le vittime innocenti della guerra, dell’alcol e della droga, le vittime degli stupri e degli abusi sessuali, i crimini contri i bambini. Si è dato voce a chi vive nella privazione e nella povertà, a chi non riesce a trovare lavoro o è costretto ad impieghi degradanti. Anche i migranti che muoiono nello sforzo di ottenere una vita migliore hanno trovato un “posto” sotto alla Croce.

 

«La croce – ha detto il Papa – non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di un amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita». Ha sempre una parola che tocca il cuore, papa Benedetto XVI. Ed al cuore dei giovani parla dell’amore del Padre e di Cristo per gli uomini. Parla dell’Icona dell’amore supremo che «ridona la speranza al mondo».

 

Ai giovani, il Papa chiede di non chiudere gli occhi al dolore. Anche a quello espresso dai loro coetanei. «Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana … Volgiamo lo sguardo perciò a Cristo, appeso sul ruvido legno, e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa della croce, grazie alla quale l’uomo vive».

 

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