Nobel per la pace a tre donne

Il prestigioso riconoscimento a Ellen Johnson Sirleaf, Leyma Gbowee e Tawakkul Karman
nobel 2011

Tre donne – la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf, la sua connazionale Leyma Gbowee e la yemenita Tawakkul Karman – sono state insignite del Nobel per la pace 2011 «per la loro battaglia non violenta per la sicurezza delle donne e per il loro pieno diritto alla partecipazione nel lavoro di costruzione della pace».

 

Secondo il comitato, il loro apporto è stato fondamentale nel promuovere la pace nel mondo, in quanto «non possiamo ottenere democrazia e pace stabile a meno che le donne non godano degli stessi diritti degli uomini a tutti I livelli della vita sociale».

 

La Liberia è stata insanguinata fino al 2003 dalla guerra civile, che dal 1989 ha lasciato dietro di sé circa 200 mila morti e un milione e mezzo di rifugiati, pari a metà della popolazione. Il Paese, creato per ospitare gli schiavi americani liberati nel 1847, sta quindi cercando di mantenere una pace fragile con l’aiuto delle forze Onu. La settantaduenne Sirleaf, laureata ad Harvard e con esperienze alla Banca mondiale, all’Onu e nel governo liberiano, nel 1997 era giunta seconda alle elezioni vinte da Charles Taylor, un “signore della guerra” votato – secondo molti – da un elettorato impaurito.

 

La donna si impose comunque sulla scena policia nazionale, guadagnandosi il soprannome di “Lady di ferro” e diventando la prima donna democraticamente eletta a capo di uno Stato africano nel 2005.

Considerata una ruformista e una donna di pace sin dalla sua entrata in carica, la Sirleaf ha dichiarato nel 2005 alla Associated Press di sperare che le ragazze l’avrebbero presa a modello «perché le donne stiano meglio in Liberia, in Africa e nel mondo».

 

La Gbowee, che ha organizzato un gruppo di donne cristiane e musulmane per opporsi ai signori della guerra liberiani, è stata premiata per aver lavorato «al di là delle divisioni etniche e religiose per porre termine alla lunga guerra in Liberia, e garantire la partecipazione femminile alle elezioni». Si è inoltre battuta a lungo per I diritti delle donne e contro gli stupri, e nel 2003 ha guidato una protesta di centinaia di donne a Monrovia per chiedere che venissero disarmati tutti quei miliziani che, nei 14 anni di costante guerra civile, trattavano le donne come prede.

 

Nel 2009 ha vinto il premio Profile in Courage, dal nome del libro di John Kennedy vincitore del Pulitzer. Ora lavora nella capitale del Ghana come direttrice dell a Women Peace and Security Network Africa.

 

In quanto alla Karman, il presidente del comitato Thorbjorn Jagland ha riconosciuto che è difficile individuare un leader nelle primavere arabe, soprattutto tenendo conto del gran numero di blogger che hanno contribuito a dar vita alle proteste; ma il lavoro della yemenita è iniziato in precedenza, rendendola una pioniera nell’opporsi al regime autoritario del Paese.

 

In chiusura dell’annuncio, il comitato per il Nobel ha espresso la «speranza che questo premio a Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman aiuti a porre fine all’oppressione sulle donne che ancora esiste in molti Paesi e a sensibilizzare in merito al grande potenziale che queste rappresentano per la democrazia».

 

 

(Traduzione di Chiara Andreola)

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