Muos in Sicilia. Lo stop del Tar tra comitati e timori di guerre

Il Muos in Sicilia tra tribunali e corteiIl Tar di Palermo ha riconosciuto le ragioni dei comitati cittadini sull’irregolarità della base satellitare statunitense. Per il 4 aprile è prevista una manifestazione nazionale nelle campagne di Niscemi. Intervista alla portavoce di uno dei “comitati mamme no Muos”  
mamme no muos

Mentre si continua a discutere su un possibile intervento militare in Libia, dalla Sicilia è arrivata la notizia che il tribunale amministrativo regionale (Tar) con una sentenza del 12 febbraio ha riconosciuto le ragioni avanzate da Legambiente e comitati cittadini No Muos contro la regolarità dei lavori ormai già avviati nella stazione satellitare della marina militare statunitense collocata all’interno del bosco di sughereti della cittadina di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. 

Il fatto ha meritato un editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera che ha criticato la miopia dei giudici di fronte all’imperativo di fornire tutte le difese possibili dalla minaccia imminente  dell’estremismo islamista. Il Muos non sarà comunque operativo in tempi brevi ma Panebianco rinforza la propria tesi riprendendo l’analisi allarmata dell’ex generale dell’aeronautica Leonardo Tricarico sull’inadeguatezza della dotazione delle nostre forze armate in caso di attacco dall’esterno. L’ex alto ufficiale, già comandante della quinta forza aerea tattica alleata della Nato è stato tra i maggiori sostenitori del programma dei caccia bombardieri Jsf 35 della Lockheed Martin  e, ora, è il presidente della fondazione di studi strategici Icsa fondata nel 2009 da Marco Minniti, parlamentare calabrese del partito democratico e, dal 2013, sottosegretario della Presidenza del consiglio dei ministri con delega ai servizi segreti.  

La notizia di associazioni ambientaliste e comitati di cittadini che vincono una battaglia legale contro l’esercito della più grande potenza mondiale è, comunque eclatante, anche se è difficile pensare che i lavori subiranno un’interruzione nel piano di marcia sul programma di lancio del sistema satellitare nel 2016.  Come anche, visti i precedenti, è impossibile pensare allo spegnimento delle 47 antenne già funzionanti a all’adozione di un piano di controllo delle  emissioni elettromagnetiche. Alla sentenza del Tar seguirà la decisione de Consiglio di Stato e quindi il gioco è ancora aperto.

Come abbiamo documentato negli articoli dedicati alla vertenza Muos sul quotidiano cittanuova.it e nel reportage pubblicato sulla rivista Città Nuova, la realtà delle donne del vasto comitato mamme No Mous rivestono un ruolo importante nella  resistenza alla costruzione delle mega antenne satellitari statunitensi. Donne che continuano a presidiare fisicamente l’area a confine con la base Usa e a girare anche oltre l’Isola per far conoscere le ragioni della loro opposizione. Ne parliamo con Concetta Gualato,  portavoce del comitato mamme no Muos – Sicilia 1.

Quale strategia state seguendo per far conoscere la vertenza?


«Saranno i nostri avvocati ,spero anche l'amministrazione comunale, e tutti i cittadini a vigilare e far rispettare quello che il Tar ha sentenziato. Comunque ,quotidianamente gli attivisti verificano , il funzionamento delle parabole e sono sempre pronti a denunciarne il funzionamento attraverso gli organi di stampa, soprattutto i social network, c’è da dire inoltre che i media nazionali hanno ridotto questa grande vittoria dei movimenti no-Muos ad uno striminzito comunicato stampa per poi chiudersi in un assordante e pericoloso silenzio».


Nonostante la sentenza, le antenne precedenti non sono già in funzione?


«Le altre antenne sono sempre state in funzione, infatti, dopo vent'anni si scoprono famiglie che vivono troppe malattie, e il Muos produrrà un ulteriore incremento di malattie, saranno i nostri figli cavie di questo sistema. Se “gli ospiti statunitensi” avessero veramente avuto a cuore la salute ed il benessere degli “amici” italiani, avrebbero trovato una soluzione che coniugasse bene il loro interesse a difendersi e la salute dei cittadini ospitanti, ad esempio costruendo la base Muos in una piattaforma in mare aperto e lontano da centri abitati, aeroporti e siti protetti».

Cosa vi aspettate dalla manifestazione del 4 aprile,

«Il 4 aprile ci aspettiamo gli stessi risultati del 30 marzo 2013 quando 15 mila persone per manifestare il proprio dissenso diedero vita ad una meravigliosa e civilissima manifestazione attraversando, con un lungo corteo la splendida sughereta di Niscemi. Il 4 aprile 2015 prevediamo una partecipazione ancora più numerosa perché il popolo dei no-Muos ha dimostrato che i timori e le preoccupazioni denunciati avevano un solido fondamento. Il tribunale amministrativo regionale di Palermo ha verificato le numerose irregolarità autorizzative, l’illegittimità dell’impianto e la superficialità con la quale erano stati condotti gli studi propedeutici all’inizio dei lavori, insomma l’affermazione del principio di precauzione e la necessità di autorizzazioni regolari ( che a mio avviso non potrebbero essere concesse).

Come sta proseguendo il vostro impegno?


«L’ impegno del Comitato mamme no Muos Sicilia, come quello degli altri comitati e movimenti, è quello si salvaguardare la salute propria e dei figli ,la salvaguardia del territorio,e contribuire a rendere la meravigliosa Sicilia una terra ancora più ospitale e vivibile , dove le attrazioni siano il turismo, il sole, l’ottimo cibo e non l’inquinamento di ogni genere, compreso quello elettromagnetico i disservizi , la cattiva sanità e, non per ultimo,la centrale operativa delle guerre nel mondo oppure la portaerei americana nel Mediterraneo».   
 

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