Ex Whirlpool di Napoli, veglia senza fine per la dignità del lavoro
La vertenza simbolo di Napoli che continua ad impegnare i governi italiani per rimediare alla steategie di delocalizzazione delle grandi imprese multinazionali
Dopo tante promesse di diversi governi la società statunitense non ha avuto nessun ostacolo nel trasferire l’attività produttiva di Napoli in altro Paese dell’Unione europea, precisamente del settore orientale, dove il costo del lavoro e quello ambientale è più conveniente per le strategie aziendali. La fabbrica ha cessato la sua attività il 31 ottobre 2020.
Le proposte di riconversione industriale restano legate alla costituzione del Consorzio d’imprese orientato allo sviluppo di un hub per il trasporto sostenibile con presentazione del piano industriale, fissata per il 15 dicembre. Ma nell’incontro previsto per il 24 novembre con i sindacati al Ministero dello Sviluppo economico non si sono presentati i rappresentanti del governo nella figura del titolare del ministero stesso, Giancarlo Giorgetti, e di quello del Lavoro, Andrea Orlando impegnati nell’incontro del Consiglio dei ministri.
I lavoratori hanno deciso così di organizzare una veglia dentro il ministero in attesa di ricevere risposte concrete da parte del governo. Nel frattempo a Napoli si preparavano le cerimonie in memoria di Maradona, scomparso da un anno, icona controversa ma autenticamente popolare del riscatto che una grande città deve avere su tanti fronti.
Nelle foto di archivio di LP alcune delle manifestazioni che negli ultimi anni hanno visto come protagonisti i 320 lavoratori e le le loro famiglie.