Microplastiche a tavola

Rifiuti su una spiaggia libanese
Rifiuti su una spiaggia libanese
In this photo taken Wednesday, Dec. 5, 2018, a young girl who scavenges for recyclable materials for a living runs through a mound of sorted plastic bottles at the dump in the Dandora slum of Nairobi, Kenya. As the world meets again to tackle the growing threat of climate change, how the continent tackles the growing solid waste produced by its more than 1.2 billion residents, many of them eager consumers in growing economies, is a major question in the fight against climate change. (AP Photo/Ben Curtis)
EPA/CHRISTIAN THOMPSON
bangladesh

Secondo una ricerca condotta su richiesta del WWF dall’Università del Newcastle, in Australia, anche nel nostro stomaco finiscono le microplastiche, i minuscoli frammenti di plastica già in precedenza rinvenuti nel sale, nella birra, nei ghiacciai e nei pesci. Finanche nell’acqua, sia del rubinetto che delle bottiglie. Ormai, infatti, il livello di inquinamento raggiunto è talmente elevato, che ogni persona senza saperlo ingerisce, secondo i ricercatori, fino a 2 mila microplastiche a settimana, pari a circa 5 grammi: il peso di una carta di credito. Una situazione di cui i governi devono essere consapevoli, perché può comportare danni alla salute dell’uomo e degli animali e all’ambiente.

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