Mosul, l’agnello e la bestia

Le vittime innocenti in Iraq ricordate dal papa all’Angelus. L’occidente non può continuare a giustificare le guerre che egli per primo ha voluto
Mosul

Il papa ha parlato delle lacrime di fronte alla vittime di Mosul e del rischio di una tragedia senza proporzioni: «Sono rimasto addolorato nel sentire notizie dell’uccisione a sangue freddo di numerosi figli di quell’amata terra, tra cui anche tanti bambini. Questa crudeltà ci fa piangere, lasciandoci senza parole».

 

Va fermata la mattanza che si ha l'impressione molti vogliano fare. Ecco la bestia, appare in tutta la violenza apocalittica – dice il libro della Apocalisse –. Allora la Terra intera, presa da ammirazione, andò dietro la bestia e gli uomini adorarono il drago, perché aveva dato potere alla bestia, e adorarono la bestia dicendo: chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?

 

Il papa piange su Mosul e le sue vittime innocenti come Gesù ha pianto su Gerusalemme, che non aveva riconosciuto la via del Signore e la via della pace. Nell’Apocalisse appare e si rivela il mistero dell'agnello sgozzato che apre i sigilli della storia e, come dice il veggente, quelli che hanno le vesti bianche sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell'agnello.

 

Questa è l'immagine di Mosul che tutti sembrano desiderosi di distruggere, quasi si potessero cancellare le orme di una politica di morte. L’agnello sgozzato sono le vittime di questa città, la città del grande profeta Giona che porta la parola della conversione. Ninive ha ascoltato il profeta e l'occidente?

 

L'occidente non può continuare a giustificare le guerre che egli per primo ha voluto, poi aumentato e infine giustifica nella sua presunzione di giustizia. Il papa ha chiamato al coraggio: «Ci è richiesto il coraggio del pubblicano del Vangelo di oggi, che con umiltà non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Oggi è tempo di coraggio! Oggi ci vuole coraggio!».

 

Il coraggio del pubblicano che non ha paura di confessare i suoi peccati di potere e si è inginocchiato davanti all'agnello. Il coraggio mite e disarmato dell'agnello sgozzato di fronte alla guerra a alla sua idolatria. Il coraggio di scegliere l'agnello e non la bestia con la sua ideologia violenta. Il coraggio della conversione dalla guerra, che sembra sedurre molti.

 

I giorni che verranno vanno vissuti nel coraggio della fede. Il coraggio per vivere e non morire, il coraggio di perdonare e non di odiare, il coraggio di dare la vita per gli altri e non di togliere la vita a chi si oppone a noi, il coraggio dell'amore e non della vendetta. Il coraggio della preghiera incessante per fermare la mano violenta di quella bestia che ha il segno dell'antivangelo.

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