Morti e polemiche in Sicilia

Una casa completamente sommersa, cinquanta famiglie evacuate, in tilt la circolazione stradale e ferroviaria in provincia di Agrigento. L’isola è l’unica regione italiana che non ha ancora una Autorità di bacino (a 30 anni dalla legge che la prevede). L’incontro mancato (con evitabili strascichi polemici) tra Conte e Musumeci

Dodici morti. Un’ecatombe. Il maltempo che ha colpito la Sicilia ha causato danni gravissimi. Il bilancio è di 12 morti. Nove persone sono morte in una villetta di Casteldaccia, nella zona di confine con Altavilla Milicia, dove, a dispetto dell’allarme rosso già diramato in tutta l’isola, si erano riunite due famiglie per festeggiare un compleanno. Si è salvata una sola persona che era uscita dalla casa per prendere qualcosa ed è quindi sfuggita alla piena delle acque, ed altre due che erano andate in auto ad acquistare dei dolci. Le acque hanno travolto la casa e sono arrivate rapidamente al soffitto. Le nove persone che si trovavano all’interno (tra queste anche due bambini di uno e tre anni) sono morte annegate nel fango.

Tutte erano originarie di Palermo, Santa Flavia e Bagheria. Un’ecatombe che ha distrutto due famiglie. Giuseppe Giordano, l’uomo che per una mera casualità era uscito dalla villetta e che ha lanciato l’allarme ha perso la moglie ed i figli, ma anche la madre. È rimasto da solo. Più nessuno al suo fianco.

sicilia-maltempoLa Sicilia è costellata di morti. A Vicari è deceduto il titolare di un distributore di carburanti. Era a bordo della sua auto che è stata travolta dalle acque. L’hanno ritrovata a due chilometri di distanza.

A Cammarata, in provincia di Agrigento, vi sono due vittime: un uomo ed una donna di mezza età, entrambi originari della Germania. Erano in vacanza in Sicilia, ospiti di una struttura ricettiva. Avevano noleggiato un’auto, la stessa in cui hanno trovato la morte, nella zona di contrada Sant’Onofrio.

Nella zona di Cammarata l’esondazione del fiume Akragas ha creato danni enormi. Almeno cinquanta famiglie sono state evacuate. Anche San Leone, zona balneare di Agrigento, è stata invasa dalle acque del fiume Belice che hanno rotto gli argini. Quindici persone sono state tratte in salvo.

Un uomo risulta ancora disperso.  È il medico palermitano Giuseppe Liotta, 40 anni: in auto si stava recando al lavoro, nonostante il maltempo. Nell’Italia dei “furbetti” un esempio “controcorrente”: non voleva lasciare da sola la collega che avrebbe dovuto fare il turno notturno.  Ieri sera si stava recando in macchina all’ospedale di Corleone per il cambio turno. La sua auto è stata ritrovata nel tratto tra Ficuzza e Corleone, in contrada Raviotta.

Sempre vicino Palermo, a Vicari, è stato trovato morto un uomo, Alessandro Scavone, titolare di un distributore di carburanti, che era a bordo di un’auto investita dall’acqua del fiume San Leonardo. Era andato a recuperare un giovane rimasto in panne al distributore, che è riuscito a salvarsi lanciandosi dalla vettura. Alessandro Scavone era consigliere comunale a Salemi.

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Sicilia: ex vigneto Corleone

Altre due persone sono morte in provincia di Agrigento, travolte con la propria auto da un torrente esondato in contrada Sant’Onofrio a Cammarata. Sono tedeschi di mezz’età, un uomo e una donna, originari proprio di Cammarata ma residenti in Germania da anni, di cui ancora non sono state diffuse le generalità. I due, a quanto è stato ricostruito, avevano noleggiato l’auto su cui viaggiavano, che è stata ritrovata dentro il torrente. I vigili del fuoco stanno operando sul posto e dovranno recuperare i corpi. I due turisti erano ospiti di una struttura ricettiva che non vedendoli tornare ha lanciato l’allarme.

L’esondazione del fiume Akragas, inoltre, ha mandato in tilt la circolazione stradale e ferroviaria. Sempre in provincia di Agrigento nella notte i Vigili del Fuoco avevano tratto in salvo 14 persone che erano rimaste bloccate in una struttura alberghiera a causa dell’esondazione del fiume Belice.

E si indaga sulla cause di quanto è accaduto. Un fascicolo è stato aperto dal procuratore di termini Imerese, Ambrogio Cartosio. La villetta era abusiva perché costruita nei pressi di un fiume e a ridosso di un costone rocciosa. Era stato presentato ricorso al Tar, ma senza esito. Quella villetta avrebbe dovuto essere abbattuta almeno nove anni fa, ma non è mai stato fatto. I magistrati ascolteranno ora anche il proprietario della villetta, che l’aveva data in affitto ad una elle persone coinvolte nella tragedia. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti anche quella che a monte del fiume si sia formato un “tappo” che abbia bloccato le acque. Quando il tappo è saltato, l’acqua si è riversata all’improvviso sulla vallata, con un’ondata anomala che ha travolto tutto. Ma quest’ipotesi, fatta balenare da alcuni, probabilmente resterà tale. Difficile da dimostrare o da smentire.

Domani si celebreranno a Palermo i funerali delle nove vittime. I funerali di Scavone, invece, si sono svolti oggi a Salemi. Ci sarà anche il presidente della regione Nello Musumeci, che oggi si è recato nei luoghi della tragedia, e ha assicurato che la Regione farà la sua parte.

Nello Musumeci
Nello Musumeci

Ieri, il governatore dell’isola era stato protagonista di una piccola polemica, a margine delle prime operazioni di soccorso. Musumeci si era recato al Policlinico pe raccogliere il presidente del consiglio, Giuseppe Conte che, in mattinata, aveva sorvolato in elicottero le zone del disastro e si era poi recato al Policlinico per incontrare i familiari delle vittime di Casteldaccia. Musumeci, però, alla fine non è entrato. «Ho appreso dalla viva voce del prefetto di Palermo e dai funzionari della Digos che il cerimoniale del presidente Conte non mi avrebbe consentito di accedere al Policlinico, dove avrei voluto accogliere il premier e, assieme a lui, rendere l’omaggio alle vittime. Il profondo rispetto per i morti di questa sciagura mi ha indotto ad assumere una condotta improntata al senso di responsabilità: ho preferito, senza plateali polemiche, fare rientro alla Presidenza della Regione. Questa inaudita vicenda, che non ha precedenti nella storia della Regione Siciliana, allarma e suscita indignazione. Non cerco il rispetto per la mia persona, ma lo pretendo per l’Istituzione che rappresento e per il popolo siciliano».

La giunta di governo sta varando i primi provvedimenti. La Sicilia è l’unica regione in Italia a non aver mai istituito l’autorità di bacino. Era prevista da una legge del 1989 mai attuata nell’isola. Musumeci ha scritto ai 390 sindaci siciliani: non sarà consentito a nessuno l’utilizzo di edifici che sono stati realizzati nei pressi dei fiumi e delle coste.

Già in occasione dell’ondata di maltempo che aveva investito la Sicilia orientale e soprattutto la zona di Lentini, Francofonte e Siracusa, Musumeci aveva alzato la voce parlando di presunte inadempienze. Il responsabile del Genio Civile di Catania si dimise. Poco dopo fece lo stesso il suo collega di Palermo.

 

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