Moonfall, l’Apocalisse al cinema

Ritorna la paura della fine del mondo. Lo racconta il blockbuster Moonfall, per la regia di Roland Emmerich
Moonfall
Patrick Wilson ed Halle Berry alla premiere di "Moonfall" al TCL Chinese Theatre di Los Angeles. (AP Photo/Chris Pizzello)

Sarà per il Covid, sarà per i cambi climatici e le guerre intermittenti che ci devastano, ma la paura che il nostro mondo finisca è tanta. Il cinema lo racconta ad esempio indagando sempre più spesso sulle famiglie in varie maniere scoppiate, sui rapporti sociali difficili e sulle presenze aliene che ci minacciano. Moonfall, il filmone di Roland Emmerich racconta che il pericolo adesso viene dalla luna. Dal soggetto romantico per eccellenza. Un luogo immenso, apparentemente desolato che al suo interno racchiude una mostruosa intelligenza artificiale che vuole risucchiare la terra e chi ci vive.

Qualcosa non va nell’ultimo volo dell’astronauta Patrick Wilson che, assalito da una forza oscura, rientra a terra a fatica con la collega Halle Berry, dopo aver perso un amico nello spazio. Viene eliminato dalla Nasa per incapacità e non viene creduto. Perde la famiglia, i soldi. Incontra uno strano topo da biblioteca, John Bradley – il Samwell del Trono di spade – che ha già capito tutto della luna, e della minaccia incombente, ma a lui nessuno crede. Solo che la luna si sta avvicinando, grandioso mostro a macchie sulla terra, tra terremoti, eruzioni, maremoti (ovviamente, per lo più negli Usa) e dunque fughe di massa.

Qui comincia il bello, e il solito: i militari ignoranti e guerrafondai che nascondono segreti, il ragazzo scienziato impacciato che ha ragione, l’ex astronauta che viene rimesso in moto dalla collega per salvare il mondo in una lotta contro il tempo. La navicella spaziale riparte, entra nella luna e qui gli effetti speciali si sprecano in magnificenza computerizzata. L’interessante però è che non sarà l’astronauta a salvare il mondo, ma un altro. Chi? Lo saprà chi avrà visto il film.

Intanto, alcune domande nel filmone riecheggiano: chi ha creato l’universo, quale intelligenza buona (di Dio non si parla) o una cattiva in lotta con questa? Nessuna risposta. Il film cerca di destreggiarsi tra la parte privata dei personaggi – l’astronauta ha un figlio diciottenne che deve tirar fuori dal carcere, la collega Halle Berry vive anche lei in una famiglia “scoppiata”… –, il thriller, e la parte spettacolare.

Il regista tedesco Emmerich non ci inganna: da sempre nel suo cinema si dice convinto che stiamo andando incontro alla catastrofe. Sarà anche una metafora per sottolineare l’evidente declino dell’impero americano che tenta di salvarsi grazie ad un eroe, o meglio questa volta un anti-eroe? Lo vedremo.

Frattanto chi vuole consolarsi con le favole si veda l’agiografica ma equilibrata Lady Diana nel film Spencer di Pablo Larrain con una riuscita Kristen Stewart nel ruolo difficile della principessa triste. Costumi stupendi come l’ambientazione e la recitazione. Triste la durezza di cuore della famiglia reale, incapace troppo spesso di verità.

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