Milano batte cassa con i pendolari

800 mila persone provenienti dall’hinterland consumano i servizi della città, ma non pagano le tasse nel comune capoluogo. La discussione in corso e il sondaggio di un quotidiano
Gente a Milano

«Per il Comune anche gli automobilisti pendolari dovrebbero contribuire in qualche modo a mantenere le strade milanesi, stressate ogni giorno anche dal passaggio degli 800mila city user che vengono da fuori città. Voi che ne pensate, siete d’accordo?».

Questo il sondaggio lanciato da un quotidiano nazionale sulle pagine di Milano. A Palazzo Marino ritorna la domanda su come si potrebbe far partecipare alle spese comunali sulla viabilità, quegli 800 mila pendolari che dall’hinterland milanese raggiungono il capoluogo con i propri mezzi, ma che di fatto non contribuiscono di tasca propria alle spese di manutenzione stradale poiché le tasse le pagano nel loro comune di residenza.

La domanda è vecchia. E il quesito finora non ha ancora trovato una adeguata soluzione. A porsela per primo furono i sindaci a cominciare da Gabriele Albertini, poi Letizia Moratti e pure Giuliano Pisapia. La Moratti a suo tempo inventò l’ecopass, Pisapia invece optò per una tassa per tutti gli automobilisti, non solo per chi arriva da fuori città che varcavano la cosiddetta area Area C, ovvero per tutti coloro che varcavano il centro città.

Poi fu la volta di Assoedilizia con la proposta così formulata: «Non si tratta di far pagare chi attraversa la città, bensì chi consuma i servizi forniti dalla città stessa e cioè i pendolari ed i city user. Siamo in presenza di cittadini che lavorano a Milano 5 o 6 giorni la settimana e che pagano le imposte (comunali ed erariali) non a Milano ma nei propri comuni di residenza».

In effetti è esorbitante la cifra delle persone che raggiungono la città meneghina per studi o per lavoro, che usufruiscono dei servizi della città ma pagano le imposte altrove. Tanto da far dire all’’assessore ai Lavori pubblici che «I costi della manutenzione delle strade pesano solo sui residenti, ma sono usate anche da chi arriva da fuori città: troviamo una soluzione».

E la soluzione torna ad essere la solita. Almeno per ora è in discussione la proposta che l’assessore ai Lavori pubblici ha accennato davanti ai consiglieri comunali, cioè far pagare gli utenti delle strade cittadine perché «le strade di Milano sono usate da un numero di auto doppio rispetto ai residenti, questo comporta un costo che pesa tutto sulle spalle di chi vive in città: bisognerebbe trovare un modo di distribuire il contributo di tipo impositivo su oltre due milioni di persone e non solo sui residenti: bisognerebbe fare un’operazione a livello di Città metropolitana».

Ma è una pura ipotesi tanto che l’assessore al Bilancio Roberto Tasca, si affretta a precisare che «non c’è alcuna idea strutturata in tal senso», però è convinto anch’esso che «sul tema va fatta una riflessione laica e senza nessuna ipocrisia».

E mentre il sondaggio raccoglie consensi alla grande, a leggerla in politichese potrebbe essere che invece si stia pensando ad una sorta di tassa, di pedaggio. Un ticket insomma che farebbe molto comodo alle casse di Palazzo Marino, sempre più prosciugate e non solamente per la manutenzione della viabilità.

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