Migrazioni, banco di prova politico

Presentata da una vasta rete di realtà del mondo cristiano in Italia un’agenda in 7 punti offerta al dibattito pubblico per uscire dalla logica dell’emergenza

Continua ad essere tesa la situazione a Macerata dove è esploso il caso di un militante squilibrato della galassia razzista che, sabato 3 marzo, ha ferito 6 immigrati nella città marchigiana. Dietro invito del sindaco, le maggiori organizzazioni, dall’Associazione partigiani alla rete di Libera, hanno deciso di sospendere la manifestazione antifascista indetta per sabato 10 febbraio, mentre le formazioni dell’estrema destra hanno già promosso azioni pubbliche di sostegno alle ragioni che hanno mosso il giovane fermato dalla polizia.

Dall’apparente tranquillità della bella ed elegante provincia italiana emerge un malessere che non può essere gestito secondo la logica dell’emergenza e della semplificazione in un contesto dove, come emerge nel caso della fine orrenda della giovane Pamela, si manifesta una saldatura tra le mafie italiane e quelle di provenienza straniera.

Per questi motivi nella mattinata di giovedì 8 ottobre, dalla sede romana dell’Istituto Luigi Sturzo, alcune realtà del mondo cristiano hanno proposto un documento “politico” per dare spazio ad una nuova agenda sulle migrazioni da mettere al centro della campagna elettorale e del futuro governo del Paese.

L’intenzione è quella di promuovere «uno spazio di confronto in cui dare voce alle esigenze di convivenza civile e di giustizia sociale che individuano come prioritarie, per il bene di tanti uomini e donne di cui si impegnano a promuovere i diritti e la dignità». Quello che accade in Italia è l’espressione di una «crisi dei migranti che attraversa oggi l’Europa e mette chiaramente in luce una crisi profonda dei valori comuni su cui l’Unione si dice fondata».

L’intenzione è quella di «creare occasioni di confronto schiette e costruttive» con gli schieramenti politici disposti a prendere impegni chiari e precisi nei confronti dell’opinione pubblica. Il punto di partenza è l’invito di papa Francesco ad “accogliere, proteggere, promuovere, integrare i migranti e i rifugiati” secondo i 20 punti proposti dal Dicastero vaticano per la promozione dello sviluppo umano integrale in vista della stesura del Global Compact, l’accordo, cioè, sui migranti e sui rifugiati che verrà adottato dalle Nazioni Unite nel corso dell’anno corrente.

Fuori da ogni rappresentazione macchiettistica del buonismo idealistico, il documento entra nel dettaglio di questioni conosciute molto bene dagli “enti cristiani” impegnati, in modo diverso, nell’ambito delle migrazioni. Sono sette i punti offerti ad un esigente confronto pubblico che è opportuno esporre per esteso.

Riforma della legge sulla cittadinanza
Da troppi anni il nostro Paese non adegua la sua legislazione sull’acquisizione della cittadinanza al mutato contesto sociale e troppi cittadini di fatto non sono riconosciuti tali dall’ordinamento. Varare un provvedimento che sani queste contraddizioni non è più rimandabile.

Nuove modalità di ingresso in Italia
Serve un nuovo quadro giuridico per accogliere quanti arrivano nel nostro Paese senza costringerli a chiedere asilo. A fronte di flussi migratori che gli esperti definiscono sempre più come misti, creare una divisione politica tra richiedenti asilo e “migranti economici” è difficile, anacronistico e inefficace. Bisogna andare oltre. Viene chiesta una rapida riattivazione dei canali ordinari di ingresso che ormai da anni sono pressoché completamente chiusi, con l’inevitabile conseguenza di favorire gli ingressi e la permanenza irregolari. Per entrare in Italia secondo la legge servono modalità più flessibili e decisamente più efficienti, a cominciare da un immediato ritorno del decreto flussi, per arrivare fino a proposte più ampie e organiche di modifica del testo unico sull’immigrazione: permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione, attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari e reintroduzione del sistema dello sponsor (sistema a chiamata diretta).

Regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”
Gli stranieri irregolari, seguendo i modelli di Spagna e Germania, dovrebbero avere la possibilità di essere regolarizzati su base individuale, qualora dimostrino di avere un lavoro, di avere legami familiari comprovati oppure di non avere più relazioni col Paese d’origine. Si tratterebbe di un permesso di soggiorno per comprovata integrazione, rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro alle condizioni già previste per il “permesso attesa occupazione”. Infine, il permesso di soggiorno per richiesta di asilo si potrebbe trasformare in permesso di soggiorno per comprovata integrazione anche nel caso del richiedente asilo diniegato in via definitiva che abbia svolto un percorso fruttuoso di formazione e di integrazione.

Abrogazione del reato di clandestinità
Il reato di immigrazione clandestina, che è ingiusto, inefficace e controproducente, è ancora in vigore: va cancellato al più presto, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.

Ampliamento della rete Sprar
Lo squilibrio a favore dei Cas, i Centri di Accoglienza Straordinaria, è ancora troppo forte e a risentirne è la qualità dell’accoglienza. L’obiettivo deve essere riunificare nello Sprar l’intero sistema, che deve tornare sotto un effettivo controllo pubblico, prevedere l’inserimento dell’accoglienza tra le ordinarie funzioni amministrative degli enti locali e aumentare in maniera sostanziale e rapida il numero di posti totali.

Valorizzazione e diffusione delle buone pratiche
Siamo ormai da tempo sommersi da casi di cattiva accoglienza. Esistono, sono purtroppo numerosi e non bisogna mai smettere di denunciarli con forza e rapidità, senza il minimo timore. C’è però anche un’altra faccia dell’accoglienza dei migranti, meno esposta e ben più positiva. Va raccontata il più possibile, proprio attraverso un osservatorio capace di individuare e diffondere le buone pratiche, affinché vengano il più possibile replicate.

Effettiva partecipazione alla vita democratica
Si prevede l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.

Don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della Carità di Milano ha messo in evidenza il contenuto di questa iniziativa con la campagna “Ero straniero” che ha presentato una proposta di legge popolare in materia di migrazioni la quale resta all’attenzione e alla volontà del prossimo Parlamento che verrà eletto il 4 marzo. Il dibattito con i giornalisti è stato preceduto dagli interventi dei rappresentanti delle associazioni promotrici dell’agenda (Acli, Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, Associazione Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica, Centro Astalli, Centro Missionario Francescano Onlus (Ordine dei Frati Minori Conventuali), CNCA, Comboniani, Comunità Sant’Egidio, Conferenza Istituti Missionari Italiani, F.C.E.I., Federazione Salesiani per il Sociale, Fondazione Casa della carità, Fondazione Somaschi, GiOC – Gioventù Operaia Cristiana, Istituto Sturzo, Movimento dei Focolari Italia, Paxchristi, U.I.S.G.). Prossimo incontro e confronto pubblico previsto a Milano il prossimo 20 febbraio e a Catania il 26 febbraio. 

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