Mattarella: basta guerre per acqua, cibo ed energia. Expo 2015 sia occasione di pace

Per il presidente della Repubblica l'Expo 2015 sarà una grande opportunità che l'Italia non perderà, importantissima a livello mondiale anche perché fattori economici, ecologici e politici stanno congiurando per dar vita ad una sorta di tempesta perfetta, con potenziali effetti devastanti. Oggi acqua ed energia, diritti delle genti, sono chiave di conflitto. L'incontro su questi temi è, quindi, contributo alla pace e quattro parole chiave presiedono a questo incontro: bellezza, saper fare, innovazione e vivaio
Il Presidente della Repubblica

Dal primo maggio al 31 ottobre l'Italia ospiterà l'edizione 2015 dell''Esposizione universale, un appuntamento fondamentale nell'ambito delle arti, dell'educazione, del commercio e delle relazioni internazionali. Sede dell'Expo 2015 sarà Milano, mentre il titolo sarà "Nutrire il pianeta, energia per la vita".

Un tema importantissimo, per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che intervenendo all'incontro "Italia 2015: il Paese nell'anno dell'Expo", ha minimizzato i ritardi dei lavori che tante polemiche hanno suscitato negli ultimi tempi. «Le ultime giornate preparatorie (è storia ricorrente di ogni esposizione universale) – ha detto – sono le più affannose».

Il presidente non ha dimenticato il tema della corruzione, sottolineando come sia importante che la Pubblica amministrazione operi «con tenacia e trasparenza, contro i tentativi di inquinamento e corruttela».

L'Italia, ha assicurato Mattarella, non perderà la sfida di questo grande evento, che dovrà anzi servire a rendere ancora più grande il nostro Paese. E «se il risultato, come tutto sembra indicare, sarà positivo, ad avvantaggiarsene – ha assicurato – sarà il capitale sociale del Paese, bene collettivo, che ne uscirà arricchito non soltanto nella dimensione infrastrutturale, ma in quella, ancora più rilevante, della creazione dei saperi».

Per far ciò, tuttavia, per Mattarella è necessario partire da una serie di messaggi e contenuti positivi: «L'industriosità italiana. L'innovazione e la capacità di competere. La coesione del sistema istituzionale, politico e imprenditoriale. L'espressione compiuta di energie presenti nella nostra società e in grado di coordinarsi intorno ad un progetto multidisciplinare. La capacità della Pubblica amministrazione di operare, con tenacia e trasparenza, contro i tentativi di inquinamento e corruttela. La conferma che non servono generiche esortazioni, quanto, piuttosto, la mobilitazione ostinata e perseverante delle risorse della società italiana. L'ascolto delle ragioni degli attori presenti sulla scena internazionale su materie tanto sensibili come il cibo e l'alimentazione. L'attenzione alle ragioni di tutti gli stakeholders interessati: dalle popolazioni indigene delle zone umide, a quelle colpite dalla siccità nel Sahel; dal ruolo dei movimenti contadini dei senza terra, alle innovazioni di cui sono portatrici le grandi multinazionali, alle attività dei centri di ricerca. Il diritto al cibo collegato all'utilizzo di risorse rinnovabili e sostenibili. L'incontro rispettoso tra livelli di sviluppo diversi delle comunità e nei rapporti di scambio tra produttori e consumatori».

Non bisogna però dimenticare i tanti sprechi che si fanno nel mondo. Una questione tutt'altro che secondaria. «È la contraddizione tra le diseconomie e le disuguaglianze esistenti nelle società più ricche, in grado di provocare i contrastanti fenomeni della denutrizione e della malnutrizione e il dramma della fame che affligge moltitudini di bambini, donne, uomini… Dunque l'impegno di tutti, dai singoli sino alle istituzioni globali, dai comportamenti produttivi e di consumo, via via, sino alle convenzioni internazionali, va orientato in questa direzione».

L'accentuata instabilità in cui vive oggi il mondo, e l'instabilità presente nelle nostre società, secondo Mattarella  trovano proprio su tematiche come la disponibilità di risorse alimentari, e anche energetiche, uno dei principali motivi di tensione. «Fattori economici, fattori ecologici, fattori politici stanno congiurando per dar vita ad una sorta di tempesta perfetta, con potenziali effetti devastanti, di cui si scorgono già alcune preoccupanti anticipazioni. Ieri soprattutto il cibo, oggi l'acqua e l'energia, diritti delle genti, sono chiave di conflitto. L'incontro su di essi è, quindi, contributo alla pace».

E quattro parole chiave presiedono a questo incontro: bellezza, saper fare, innovazione e vivaio.

La bellezza della natura, spesso deturpata da uno sfruttamento cinico, e senza futuro, di aree importanti: «penso, anzitutto – ha detto il presidente – alla Terra dei Fuochi, emblema del degrado».

Il "saper fare" è invece «la messa in rete dei saperi e delle capacità imprenditoriali, di ricerca, di applicazione, delle diverse filiere nelle quali si articola la ricchezza di talenti italiani. Tutto questo unito al gusto dell'innovazione».

«L'ambizione alla quale è legittimo aspirare – ha detto il presidente – è quella che la somma di condizioni, e le esperienze, che si accumuleranno con l'Expo, possano rappresentare un modello a livello internazionale di buone pratiche. Incluse, all'indomani della chiusura dell'evento, quelle relative all'utilizzo di aree, infrastrutture, saperi e professionalità maturate. Un appuntamento al quale occorrerà prepararsi con analoga intelligenza e impegno. Il vivaio – la quarta parola chiave – è parte di tutto questo: un'esperienza feconda che dissemina in tutto il tessuto effetti benefici, destinati a riprodursi nel tempo. Per questo la sfida è importante».E l'Italia, assicura Mattarella, non la perderà.

(Per leggere il discorso integrale del presidente clicca qui)

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