Maritain e la modernità

In occasione del seminario di studi "Jacques Maritain, un pensatore per il nostro tempo" che si tiene a Roma giovedì 6 dicembre presso l'Ateneo Salesiano, pubblichiamo l'articolo su Maritain a firma di Piero Viotto uscito su Città Nuova n° 22 del 25 novembre 2012
Jacques Maritain. Un pensatore per il nostro tempo

Viviamo in una “società liquida”, senza strutture portanti, in una cultura caratterizzata dal “pensiero debole”, dove ciascuno si detta le regole che vuole.

La “secolarizzazione” ha emarginato la religione, per cui non ci sono più valori assoluti. Questa crisi viene da lontano, da quando nel Rinascimento l’uomo ha pensato di potersi affiancare a Dio; poi con la rivoluzione francese si è sostituito a Dio, infine con il marxismo ha proclamato l’ateismo religione dell’umanità.

Solo un’analisi accurata della modernità può aiutarci a comprendere e superare questa crisi, che in superficie si presenta come un fatto economico e politico, ma nella sostanza è una crisi intellettuale. È necessario riprendere in mano i libri, a scuola ma anche in famiglia, dove siamo bombardati da messaggi frammentati e superficiali, che si sovrappongono nella mente in maniera caotica.

Non si può comprendere la società in cui si vive se non se ne conosce la storia, e la filosofia è la radice profonda, la sorgente nascosta del divenire della storia. Non avremmo avuto i regimi che hanno funestato il secolo breve con due guerre mondiali, se la filosofia dell’idealismo non fosse giunta ad affermare che lo Stato è il fondamento della morale, e se destra e sinistra hegeliana non avessero generato fascismo e comunismo. Non ci sarebbe stato un processo di secolarizzazione, se il razionalismo non avesse sostituito l’io a Dio, la ragione alla fede, e non avesse proclamato che la teologia non può dirci nulla di Dio, perché non è una scienza.

Dopo le grandi cattedrali romaniche e gotiche, e la pittura del Rinascimento, non saremmo giunti all’arte povera che ha distrutto la forma intelligibile del bello, se Kant non avesse ridotto la creazione artistica a pura creatività immaginativa.

Infine sul piano economico non saremmo giunti ad un capitalismo selvaggio, per cui il fine del lavoro non è l’opera prodotta ma il guadagno dell’impresa, se l’empirismo inglese e il pragmatismo americano non avessero proclamato che solo il successo è criterio di verità.

Come scrive Maritain, la filosofia con Cartesio anziché fondarsi sulla realtà oggettiva si è ripiegata sul soggetto, la religione con Lutero è diventata una questione privata, e la politica con Rousseau ha ridotto le relazioni umane a contratto tra individui. Bisognerebbe recuperare la teologia di Tommaso e la filosofi a di Aristotele, senza perdere le verità che il mondo moderno, pur nella sua radicale deviazione, ha portato alla luce nel divenire della storia.

Su queste basi storiografiche ho scritto una Storia della filosofia secondo Maritain in due volumi, uno dedicato al pensiero moderno e l’altro al pensiero contemporaneo, rintracciando nei 17 volumi delle Opere complete del filosofo francese i testi più significativi per presentare il susseguirsi nella storia dei diversi sistemi.

Questa contro storia della filosofia moderna è offerta a docenti e allievi come uno strumento didattico da affiancare ai manuali scolastici che, di solito, non danno spazio al pensiero cristiano.

Per questo ho voluto sottolineare come la storia della Chiesa si inserisca nella storia della cultura, parlando dell’impatto del cristianesimo nella storia fino al Concilio Vaticano II, che ha superato la contrapposizione con la modernità nata dalle riforme.

Secondo Maritain lo Stato ha degli obblighi verso la religione, ma non può scegliere per i cittadini “una” religione. Il Concilio ha riconosciuto la libertà religiosa con la dichiarazione Dignitatis humanae superando tutte le polemiche antimoderniste.

Lo Stato democratico non deve quindi assumere nelle sue strutture le convinzioni dei cittadini, non può essere uno Stato cattolico o islamico, ma rispetto alle diverse confessioni religiose non dev’essere neanche “neutro”, perché assumerebbe come sua filosofia il laicismo, bensì “neutrale”, rispettando la libertà di coscienza del cittadino.

Se si correlano libertà e verità, si può mettere la società al riparo da ogni forma di relativismo e fondamentalismo, garantendo la pace tra i diversi gruppi che convivono nel medesimo territorio.

di Piero Viotto

 

PER APPROFONDIRE (In edizione Città Nuova):

Dizionario delle opere di Jacques Maritain (2003)

Dizionario delle opere di Raïssa Maritain (2005)

Grandi amicizie: i Maritain e i loro contemporanei (2008)

Il pensiero moderno secondo Maritain (2011)

Il pensiero contemporaneo secondo Maritain (2012)

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