Lotta al pizzo, una missione per giovani

I ragazzi del comitato Addiopizzo Junior di Palermo scrivono una lettera al papa, in vista della sua visita in città. Ma soprattutto si rimboccano le maniche.
addiopizzo junior

«Siamo i ragazzi del comitato Addiopizzo Junior di Palermo, un gruppo che, sulla scia del comitato Addiopizzo, si impegna nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare al fenomeno del pizzo». Inizia cosi la lettera che un gruppo di bambini palermitani ha inviato in questi giorni al papa in occasione della sua prossima visita nel capoluogo siciliano. Un gruppetto vivace di ragazzini, soprattutto del circolo didattico Giotto di Palermo, sostenuto da un’insegnante particolarmente sensibile a questo tema: Anna Maria Santoro, referente del comitato Addiopizzo per il progetto scolastico.

 

«È impressionante – mi dice Anna Maria – vedere questi ragazzi impegnarsi su un tema cosi scottante. Nel marzo di quest’anno, insieme con le “mascottes” di terza elementare del nostro comitato, hanno sfilato in corteo lungo le principali vie della città per dire no al pizzo e incitare i commercianti di quelle strade alla denuncia». Anna Maria mi fa vedere con orgoglio il volantino: «Cari commercianti se vi chiedono il pizzo o già lo pagate, è il momento giusto per dire: basta! Denunciate…Ora non siete più soli! Fatelo anche per noi bambini e giovani che vi sosteniamo e abbiamo diritto ad un futuro di libertà!».

 

In questi mesi, nel presentare in decine di ambienti diversi il mio ultimo libro (L’uomo d’onore non paga il pizzo) spesso ho incontrato giovani e talvolta bambini, in Sicilia come in Calabria. Ed è stata sempre un’esperienza fortissima e incoraggiante. Davvero si sente che oggi è il momento dei giovani e lo si sente ancor di più nella questione della lotta al pizzo, al malaffare e per la legalità. «Proprio cosi – mi conferma Anna Maria – anch’io penso che è questo il momento, e questi ragazzi, come quelli che hai incontrato tu, sono “tagliati” per questa missione».

 

Il prossimo 3 ottobre sarà a Palermo Benedetto XVI. Palermo e la Sicilia intera non possono perdere quest’occasione, intanto riscoprendo la vocazione della nostra terra, legata all’accoglienza, al futuro e alla speranza. Una vocazione che stride talvolta perché vista attraverso una lente distorta, come può essere la mafia. E allora tutto può sembrare difficile. Ed in questa piaga della nostra terra ci siamo dentro anche noi credenti. Il mondo nuovo, i “cieli nuovi e le terre nuove” saranno anche palermitani e siciliani. Opporsi all’illegalità, meglio, vivere per la legalità è “scienza delle costruzione” di questo mondo nuovo.

 

«Il motivo per cui vi scriviamo – sono sempre i ragazzi del comitato Addiopizzo Junior – è chiedervi, in occasione della vostra venuta a Palermo, se possibile, di lanciare un forte messaggio contro la mafia, certi che dalle vostre parole molti potrebbero trarre spirito di rivalsa e coraggio di ribellione di fronte a un fenomeno tanto grave e deleterio».

 

Anche questa è la Sicilia che aspetta il papa. Una Sicilia che si aspetta un incoraggiamento, una carezza per la durezza in cui anche i bambini sono talvolta costretti a vivere. Una Sicilia che si aspetta dal papa una parola come quando, il 9 maggio del 1993, dalla Valle dei Templi, Giovanni Paolo II, parlando della mafia, gridò: «Nel nome di Cristo mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio».

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