L’oro di Larissa Iapichino

La figlia di Fiona May, 17 anni, si è laureata campionessa europea under 20 di salto in alto. 6.58 la misura che gli è valsa la vittoria, davanti alla svedese Johansson e alla britannica Mills
Larissa Iapichino con mamma e papà

Le misure che lo scorso mese le avevano permesso di laurearsi campionessa italiana allievi, alla fine, non erano che un gustoso antipasto. Il suo 6.64 di Agropoli, infatti, è stato una splendida anticipazione della prestazione che ieri, a Stoccolma, ha permesso a Larissa Iapichino di arpionare il titolo di campionessa europea Under 20, trentadue anni dopo la madre Fiona May (salto di 6.64), all’epoca atleta britannica. La sua progressione, a livello di prestazioni, lascia presagire a quali straordinari picchi questa atleta possa arrivare in futuro.

La gara di salto in lungo che ha visto trionfare la diciassettenne fiorentina è stata ricca di colpi di scena e tirata fino all’ultimo salto. Iapichino, la svedese Tilde Johansson e la britannica Holly Mills si sono inseguite, superate e contro-sorpassate: l’italiana ha esordito nella pedana di Boras (Svezia) con un 5.93 lontano dai suoi standard, legato anche a un inizio piovoso. Quando il cielo ha iniziato a diradarsi, la saltatrice toscana ha cominciato a salire di livello, in maniera irresistibile: 6.37 metri al secondo salto, quindi 6.33, 6.51, e il fatidico 6.58 del penultimo tentativo, con un 6.53 in chiusura. La Johansson, beniamina di casa, si è fermata a 6 metri e 52: due centimetri in meno, invece, per la Mills.

Dopo la gara l’entusiasmo è contagioso e, tra sorrisi e lacrime, la Iapichino ha raccontato ai microfoni del canale della Federazione italiana le sue sensazioni: «Non ci credo, è stato pazzesco. È stata una gara bellissima perché, a un certo punto, noi tre in testa eravamo separate da tre centimetri. Lì o reagisci bene o reagisci male. Fino all’ultimo è stata una gara con i brividi, anche per me che l’ho fatta. Al primo tentativo, con vento contro e pioggia, ero nel panico: temevo di non riuscire a saltare. Poi però mi son detta che dovevo fare del mio meglio: ero a un campionato europeo, dovevo provarci».

«Vincere a 17 anni significa tantissimo: avevo contro avversarie molto quotate, soprattutto la svedese Johansson e l’inglese Mills. Fare 6.58 e vincere il titolo è stato come uno shock. In tribuna, poi, c’erano mia madre Fiona, mio papà Gianni, mia sorella Anastasia e tutti i miei compagni: è stata un’emozione bellissima. La gara – conclude Larissa – non è stata facile, con vento spesso contrario: siamo comunque riuscite a fare tutti ottimi salti, nonostante condizioni pessime. Si riparte da qui. La prossima settimana, forse, andrò agli assoluti di Bressanone: intanto però ci godiamo la festa, abbiamo fatto un Europeo pazzesco».

La Iapichino non esagera affatto, dato che l’Italia ha già raggiunto la quota record di cinque ori conquistati: la spedizione azzurra non faceva così bene addirittura dall’edizione di San Sebastian, nel 1993. In quel caso gli allori conquistati erano stati quattro. Si tratta, quindi, della spedizione azzurra più forte della storia a livello giovanile. Le altre vittorie portano la firma di Carolina Visca (giavellotto), Lorenzo Paissan e Vittoria Fontana (100 metri piani) ed Edoardo Scotti (400 metri piani). A questi numeri straordinari, poi, vanno aggiunti altri 6 podi: 3 argenti e 3 bronzi, per un eccezionale secondo posto nel medagliere. La giovane Italia fa ben sperare per il futuro.

 

 

 

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