L’ordinaria follia allo stadio

I fatti che hanno preceduto la finale di Coppa Italia evidenziano il problema non risolto delle "curve calde". Servono interventi adeguati
Coppa Italia

«Chi comanda in Italia?», ci chiediamo più volte, tra dubbi angoscianti e risposte talvolta smentite da cronache inquietanti. Non ultima, durante la vigilia e lo svolgimento di Fiorentina-Napoli, attesa finale di Coppa Italia andata in scena lo scorso sabato sera, quando lo spettacolo è stato ancora una volta connotato da incresciosi fatti che con lo sport proprio nulla hanno a che vedere.

Dopo una settimana nella quale le due tifoserie, notoriamente calorose e storicamente rivali, avevano caricato d’appassionata attesa la sentita sfida, la vigilia romana della gara faceva registrare a Tor di Quinto un pomeriggio d’ordinaria follia: un ferito, Daniele De Santis, si accasciava a terra privo di sensi, con al fianco una pistola. Aveva appena sparato contro tre tifosi del Napoli; uno, Ciro Esposito, ferito gravemente, lotta in queste ore tra la vita e la morte. Far West improvviso? Neanche troppo: il 21 marzo 2004 il derby tra Lazio e Roma fu interrotto dalla notizia (rivelatasi falsa) della morte di un bimbo. Tra i “tifosi” in campo, a parlare con il capitano romanista Francesco Totti, anche il suddetto De Santis, capo ultrà oggi 48enne. Il giudice decise di non procedere contro colui che la Curva Sud giallorossa chiama «Gastone», lo stesso che nel ’96, con altri, finì agli arresti per una vicenda di ricatti all’allora presidente del club Franco Sensi, mentre due anni prima figurò tra i 19 fermati per gli scontri a margine di Brescia-Roma, quando un vice questore fu accoltellato e 15 agenti feriti.

Oggi come allora torniamo a fare i conti con una cornice altrettanto livida: Napoli-Fiorentina, finale sotto la lente di tutto il mondo sportivo, è stata specchio di un Paese confuso, a tratti imbarbarito, palesemente svergognato. Il motivo è presto detto, immortalato impietosamente dalla stampa estera: «Il calcio d’inizio è deciso dal figlio di un camorrista». Il fischio non veniva dato all’ora prestabilita a causa delle intemperanze di una curva napoletana frustrata e preoccupata per le notizie allarmanti circa i tre tifosi partenopei feriti: seguivano 45 minuti convulsi, nei quali la curva manifestava la sua contrarietà all’inizio della partita con cori e perfino un intollerabile lancio di petardi che colpiva anche un vigile del fuoco, fortunatamente illeso.

A lasciare sbigottiti, la scelta delle autorità o, a questo punto, presunte tali, di andare a colloquio “per calmare i tifosi”, o forse, e sarebbe agghiacciante, di chiedere la “concessione” di poter giocare la partita. L’interlocutore scelto è Gennaro De Tommaso, salito agli onori della cronaca per avere mediato con dirigenti e forze dell’ordine, riferendo o trattando, difficile capire, a nome della curva. Conosciuto nell’ambiente come «Genny 'a carogna», figlio di Ciro De Tommaso, affiliato al clan camorristico del Rione Sanità dei Misso, più che il leader di una curva è sembrato facente funzione di prefetto di Roma quando Hamsik, capitano del Napoli, è stato accompagnato a colloquio con lui. Questo nonostante sulla sua t-shirt campeggiasse un inaccettabile «Speziale libero», dato che Antonino Speziale è l'ultrà del Catania che sta scontando otto anni per l'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, avvenuto il 2 febbraio 2007 allo stadio Massimino di Catania. Questo nonostante in tribuna fossero presenti alcune tra le più alte cariche dello Stato, Renzi in primis. A segnare ulteriormente una serata indecorosa per il Paese intero, i fischi all’inno di Mameli intonato prima del calcio d’inizio.

Sfottò razzisti, offese, disordini, lamentele contro gli arbitri, feriti, accordi con ultras, bombe carta, fischi, scritte inneggianti ad assassini: questo è il calcio che il Paese sceglie di meritare. Non si faccia troppo presto tuttavia ad inveire contro i "pochi" che fanno chiudere le curve: la loro violenza fisica ha spesso come controparte quella verbale, spesso proverbiale, di troppi. La cronaca? 3-1 per il Napoli, ma stavolta sembrano esserci solo sconfitti.

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