Lo sguardo verso Dio

Come unire pittura e musica e renderli strumento di lode? L'arte di mons. Marco Frisina, famoso compositore, è la risposta.
Mons. Marco Frisina dirige l'orchestra (Photo by: Rolf Haid/picture-alliance/dpa/AP Images)

La Russia a cavallo tra il XIV e il XV secolo – epoca tumultuosa per guerre, violenza e crudeltà legate alle continue scorrerie dei tartari – è lo sfondo della vita di Andrej Rublev, un santo monaco che ha creato stupende opere pittoriche basate sulla tradizione bizantina, tra cui la famosa Trinità.

Andrej Rublev e le sue opere sono stati un’ispirazione per mons. Marco Frisina nel comporre un’oratorio dedicato a questo famoso religioso russo. «Il pittore di icone unisce bellezza e spiritualità vissute attraverso l’arte – dice mons. Frisina –. Ci dà una visione speciale del mistero divino. Apre una finestra attraverso la quale possiamo vedere la bellezza celeste».
L’oratorio sacro di mons. Marco Frisina “Andrej Rublev. Lo sguardo” è basato sulla legenda legata al grande monaco ortodosso. Durante i lavori sulla Trinità nel monastero di San Sergio, il discepolo e amico di Rublev, Daniele “Il Negro”, subisce un momento di grande dubbi.

Vedendo tanta sofferenza attorno, non riesce a capire perché dipingere i bellissimi volti degli Angeli della Trinità, sente un contrasto tra la realtà e l’arte e mette in dubbio il lavoro fatto insieme al maestro. In seguito Andrej stesso viene tentato dal diavolo che lo accusa di essere bugiardo nelle sue opere perché la bellezza che esprime non esiste. La parte finale dell’oratorio illustra la scena di morte del discepolo Daniele, pieno di dolore.

Andrei gli viene incontro in sogno per dirgli che era in Paradiso. Come dice mons. Frisina, il cuore dell’oratorio sta nel dialogo tra Daniele e Andrej. Il maestro gli spiega che la sofferenza è il canto dell’uomo e il canto di Cristo e che gli Angeli che dipingevano insieme sono così belli perché avevano lo sguardo di Dio capace di penetrare la bellezza del cuore.
L’oratorio su Andrej Rublev di mons.

Frisina è stato presentato recentemente a Mosca nella sala da concerto “Zariadie”, accanto al Cremlino, come parte della collaborazione culturale tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa Cattolica Romana con il sostegno del Ministero della Cultura della Federazione Russa. Il concerto è stato eseguito dal Coro Sinodale di Mosca, l’orchestra Voce Anima e altri due cori ortodossi. Le parti dei solisti erano cantate da famosi artisti di Mosca e sull’organo suonava l’organista della cattedrale cattolica di Mosca. Dirigeva l’autore stesso. Per questo concerto in Russia il testo della composizione è stato tradotto in russo preservando la struttura della narrazione e la forma musicale.

«La musica è un respiro che ci viene donato, un modo attraverso il quale possiamo incontrare Dio – dice mons. Frisina. Il canto è un ponte straordinario che lega tutti e deve aiutare l’uomo ad alzare lo sguardo verso Dio per poi lasciarsi guardare da Dio fino a rendere il nostro sguardo uguale al suo. Bisogna entrare in Dio, pensando e guardando come Dio guarda e pensa».
L’oratorio su Andrej Rublev è stato un’occasione di alzare lo sguardo verso il Cielo per contemplare la bellezza di Dio e godere della musica e del canto di due tradizioni, orientale e occidentale, che si uniscono in modo splendido.

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