L’Isola che affonda

La notizia-scoop è che la Sicilia è sull’orlo del fallimento. Notizia attesa o inattesa? Uno scandalo che deve finire
Regione Sicilia

La notizia-scoop di questi giorni è che la Sicilia è sull’orlo del fallimento. Sembra che la cosa nasca dal nulla, ma già erano stati lanciati tanti segnali nei mesi (anni?) scorsi. Il richiamo di Ivan Lo Bello (vice presidente di Confindustria Sicilia) e la relazione di Rita Arrigoni, Presidente della Corte dei Conti siciliana – di cui molto si è detto nelle ultime ore – non sono altro che l’eco mediatico di un allarme lanciato da lungo tempo.

Inutile tentare la sintesi dei commenti e delle polemiche di oggi che abbracciano la gamma amplissima delle considerazioni. Si va da: “Ora la Sicilia paga il prezzo della crisi italiana ed europea” sino a: “il Governatore Lombardo ha ereditato una situazione ingestibile”. Aspettiamo l’incontro dei prossimi giorni tra i due presidenti, Lombardo e Monti, e vedremo cosa succederà.
Una cosa è certa: la classe politica siciliana non riesce a convincere i cittadini della propria capacità, affidabilità e competenza nel governare l’intera regione.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: in questi giorni l’Assemblea regionale sta discutendo un disegno di legge che mira a bloccare le nomine dirigenziali. Per quale ragione dovrebbe occuparsi di questo anziché di occupazione, di turismo, dei giovani che se ne vanno sempre più numerosi o dei fondi comunitari andati perduti (600 milioni di euro)? Perché il presidente Lombardo il 26 aprile ha annunciato le proprie dimissioni per il 31 luglio, ma da aprile ad oggi ha fatto ben 110 nomine in ruoli di tutto rispetto, compreso un nuovo assessore regionale ai beni culturali (nominato il 13 luglio, sapendo che il 31 il mandato scadrà). Non è superfluo dire che i deputati dei partiti riconducibili al presidente Lombardo hanno già presentato 99 emendamenti al Ddl che risulta evidentemente scomodo.

A Villa San Giovanni la strada che conduce Tir e automobili all’imbarco sui traghetti verso la Sicilia è presidiata da giorni dai posti di blocco dei “forconi”, ossia dai manifestanti che vogliono mandare a casa tutti i politicanti oggi sulla cresta dell’onda in Sicilia. Ma chi lo sa? Solo quelli che ci passano e che subiscono la fila lunghissima che si forma inevitabilmente. Neanche la stampa locale riporta le proteste con cui si vuole dare voce all’insoddisfazione comune verso gli attuali governanti regionali.
Ma stavolta i forconi hanno davvero ragione: ci vorrebbe un bravo Pifferaio Magico che con la sua musica melodiosa possa attirare e portare lontano gli attuali governanti per rendere l’aria più respirabile. Ma questa è una favola.

Rimane da chiedersi solo per quale ragione la ventilata candidatura del procuratore nazionale antimafia Grasso a presidente della Regione siciliana non sia stata affatto commentata dagli attuali politici né in termini di apprezzamento né in termini di opposizione: per alcuni giorni (sino alla secca smentita dello stesso Grasso, accolta con un sospiro di sollievo!!!!) la politica ha fatto assoluto silenzio su questa ipotesi. Ogni commento sarebbe stato certamente difficile e imbarazzante (per tutti i politici, nessuno escluso) ma rimane il dubbio che il silenzio sia stato dettato soprattutto dalla paura che davvero il Pifferaio Magico fosse in direzione di arrivo nella bella Isola che sta affondando.  

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