L’industria sarda si tinge di verde

Passa per la riconversione ecosostenibile la rinascita industriale della Sardegna. Da Porto Torres e Portovesme, due dei maggiori poli produttivi isolani, arrivano segnali di svolta, con due progetti alternativi a quelli che hanno caratterizzato le recenti produzioni
Chimica verde con i cardi

Coldiretti Sardegna e il centro ricerche Matrìca hanno siglato a Porto Torres un protocollo di intesa finalizzato alla sperimentazione della coltivazione del cardo e al consolidamento della cooperazione con il mondo agricolo. Coldiretti Sardegna dopo aver preso atto delle informazioni ricevute da Matrìca durante il primo anno di sperimentazione e aver visitato i campi relativi al secondo anno di sperimentazione, ritiene che l’investimento sulla chimica verde possa rappresentare un’importante opportunità di integrazione al reddito delle imprese agricole del territorio.

A Porto Torres dunque nasce la filiera agroindustriale che dovrà alimentare la bioraffineria di Matrica nell'ambito del progetto per la chimica verde. Si tratta di un piano sperimentale attraverso il quale si punta a costruire una filiera agricola legata alla produzione di bioplastiche attraverso la coltivazione del cardo, dal quale è possibile ricavare biomassa, olio e farina proteica.

L'intesa indica i criteri su cui si baseranno i contratti che prevedono un'anticipazione, agli imprenditori agricoli Coldiretti, delle spese da sostenere per la preparazione del terreno, la coltivazione e le varie fasi di crescita del cardo nei primi due anni. Matrica, inoltre, corrisponderà il valore del seme e della biomassa del cardo preventivamente dichiarati, garantendo la compensazione del differenziale tra quanto ricavato dalla coltura e quanto anticipato. Come premio per la messa a disposizione del terreno e della buona resa in seme ottenuta, verrà anche prevista da Matrica, dal secondo anno, una quantità di farina proteica per i soci Coldiretti impegnati. Uno degli obiettivi principali dell'accordo è la coltivazione di tutti quei terreni, stimati in diverse decine di migliaia di ettari, oramai abbandonati perché considerati non più remunerativi.

Dall’altra parte dell’Isola, nel Sulcis, un'altra svolta per lo sviluppo. La Giunta regionale ha approvato l'attivazione del Progetto di Sviluppo locale del Sulcis – Iglesiente, area di crisi di Portovesme, che coinvolge 23 comuni e potrà contare su 10 milioni di euro. Un programma di interventi di sostegno alle imprese del Sulcis del settore agroalimentare che, da subito, possono presentare le manifestazioni di interesse sul bando “Misure di sostegno all'attività di impresa” nelle Aree di Crisi e nei Territori svantaggiati della Sardegna", prorogato sino al prossimo 30 settembre.

Secondo quanto previsto dal protocollo d'intesa, entro il 2015 sarà realizzato e sperimentato l'impianto pilota da 50 megawatt, a “ossidocombustione flameless”. Una tecnologia che prevede la combustione del carbone ad alta pressione con ossigeno anziché aria, che ha il vantaggio di produrre fumi in uscita composti quasi esclusivamente di anidride carbonica. Quest'ultima verrà confinata in maniera stabile nel sottosuolo. Dopo la sperimentazione verrà messa a gara, in project financing, la costruzione della centrale da 350 megawatt. Il centro ricerche Sotacarbo garantirà l'occupazione di 30 persone per le sperimentazioni legate al progetto più altre 25-30 addetti all'impianto pilota. Infine la nuova centrale assumerà 230 lavoratori, ma impiegherà almeno mille persone in fase di realizzazione.

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