L’immunità oltre i confini

La necessità di prevedere uno scudo processuale per le alte cariche dello Stato è stata giustificata anche col fatto che in numerosi Paesi questo già esiste. Un rapido sguardo a quello che succede all'estero.

Stati Uniti: il presidente può essere messo in stato d’accusa (impeachment) dal Parlamento. Può soltanto avvalersi del “privilegio dell’esecutivo”, che gli consente di non fornire informazioni che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale.

 

Gran Bretagna: l’immunità è garantita solo al re e alla regina, e non si estende agli altri membri della famiglia né a quelli del governo. I parlamentari sono immuni dalle denunce per diffamazione e vilipendio durante il loro mandato, ma sono perseguibili per ogni altro reato senza autorizzazione a procedere della Camera di appartenenza.

 

Germania: godono dell’immunità il Presidente della Repubblica e i membri del Parlamento, ma non il cancelliere e i ministri né le altre cariche.

 

Francia: il presidente può essere messo in stato d’accusa dal Parlamento in caso di “gravi mancanze incompatibili con la sua funzione”. Per il resto, l’immunità è garantita da una legge costituzionale. Per i parlamentari vige il principio di “irresponsabilità” per gli atti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni.

 

Spagna: l’immunità assoluta è prevista solo per il re. Per il premier e i ministri esiste una “riserva di foro speciale”, mentre per i parlamentari, che godono dell’“inviolabilità” per gli atti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni, è necessaria l’autorizzazione a procedere.

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