Liguria verso l’autonomia

Da quasi un anno la Regione insegue il sogno dell’autonomia, sedute in Consiglio, delibere in Giunta. Ora il governatore Toti, vuole arrivare al dunque con il governo centrale
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

La delibera di Giunta che prevede la richiesta di una maggiore autonomia su alcune materie era stata approvata dal Consiglio regionale della Liguria alcune settimane fa. È seguito un incontro a Roma del governatore Toti con il sottosegretario agli Affari regionali Bressa, per discutere sulla possibilità di intraprendere la strada dell’autonomia regionale seguendo le orme di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. «Abbiamo chiesto autonomie differenziate in una serie di materie che per noi sono importantissime − ha spiegato Toti −, la prima delle quali è quella della portualità e della logistica, poi ovviamente l’ambiente con tutte le procedure di permessi connessi, le valutazioni di impatto ambientale e strategico. Poi la sanità che è già di competenza, in gran parte, delle regioni, ma su cui si possono limare i contorni in modo tale da semplificare ancora di più i rapporti tra ministero e regioni anche considerando alcune peculiarità della Liguria, in primis il fatto che la nostra sia la regione con l’età media più alta d’Italia. E poi il demanio con tutto quello che riguarda le spiagge e l’annosa vicenda della Bolkenstein, ma anche la comunicazione per dare un sostegno ai mezzi di informazione regionali che molto spesso fanno un servizio pubblico locale capillare e mirato, ma con poca attenzione da parte del legislatore nazionale».

Liguria verso l’autonomia? Piace la proposta, se ne discute da un po’ di mesi, ora l’accelerata. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna fanno da apripista. E la proposta che avanza la Liguria riguarda queste materie, la gestione diretta delle concessioni autostradali (senza nazionalizzazioni), i porti, la sanità e la gestione dell’ambiente. Questa proposta è il frutto di un lavoro elaborato dai tecnici e dalla vicepresidente della Regione è un elenco di richieste di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”, motivate dalle peculiarità territoriali e storiche della Regione. Inizialmente c’era pure la richiesta di trattenere in Liguria l’Iva portuale.

Secondo Toti, «una maggiore autonomia consentirà di perseguire le peculiarità di tutti i territori, senza abbandonare un principio solidaristico che non è mai stato in discussione; pertanto tutti avranno un vantaggio dal principio di autonomia; anzi il mio appello a tutte le regioni è che lavorino per questo. Una maggiore autonomia – ha continuato il governatore ligure – consentirà di valorizzare gli aspetti migliori dei territori e delle imprese. Oggi c’è un timore culturale radicato e un’avversità politica, che io trovo totalmente infondati, in quanto tutti abbiamo bisogno di arrivare finalmente ai costi standard, affinché un servizio della pubblica amministrazione costi uguale in tutto il Paese, abbiamo bisogno di valorizzare maggiormente le peculiarità dei nostri territori e di riportare la politica più vicina ai cittadini. Questo vuol dire combattere la ventata antipolitica che ha investito il nostro Paese in 11 anni di crisi, senza abbandonare il principio solidaristico contenuto nella Carta costituzionale».

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