Apostolo della misericordia (la vita di Giovanni Muzi)
La vita e l’opera di Giovanni Muzi, esemplare figura di sacerdote e di arcivescovo, hanno lasciato un’impronta significativa nella storia della Chiesa cattolica italiana a cavallo fra Sette e Ottocento. Giovanni Muzi diventa sacerdote a ventidue anni e arcivescovo a cinquantuno. Nel 1825, la svolta della sua vita: papa Leone XII lo nomina vescovo di Città di Castello. Per Giovanni Muzi è un ritorno alle radici, dal momento che la sua famiglia è di origini umbre. Inizia per lui un’intensa attività pastorale e culturale che culmina nella fondazione di un nuovo Istituto religioso: le Figlie della Misericordia. Muore nel 1849 lasciando l’esempio di un credente attento alle istanze di rinnovamento ecclesiale e culturale, ma soprattutto la testimonianza di un apostolo della misericordia, sensibile ai bisogni degli ultimi, degli emarginati e, in particolare dei malati, che lui definiva “i prediletti da Dio”. Attingendo ai suoi scritti e ai saggi storici e biografici che gli sono stati dedicati, si ripercorre il suo luminoso itinerario umano, culturale e religioso con l’intenzione di offrire, per la prima volta, uno strumento capace di avvicinare alla figura un più vasto pubblico.