Libero scambio tra Canada e Ue: i vantaggi per le imprese italiane

Il Ceta è l'accordo (in corso di approvazione) che riguarda la liberalizzazione del commercio e importanti questioni quali giustizia fiscale, inclusività, protezione dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente. Tutelati i prodotti a denominazione protetta. Diversità e similitudini con il TTIP
Ceta

All’inizio di luglio la Commissione europea ha presentato al Consiglio dell'Unione Europea una proposta riguardante la firma e la conclusione dell'accordo di libero scambio tra l'UE e il Canada, noto come Accordo economico e commerciale globale (in inglese Comprehensive Economic and Trade Agreement – CETA). I negoziati su questo accordo, durati cinque anni, si sono conclusi nell'agosto del 2014 e, dopo l’esame da parte dei giuristi della Commissione e la traduzione in tutte le lingue ufficiali dell’UE, il CETA sarà appunto discusso dal Consiglio dell’UE e dal Parlamento europeo cosicché, se questi approveranno l’accordo nel 2016, potrebbe entrare in vigore in forma provvisoria all'inizio del 2017, ma dovrà essere approvato anche dai legislatori canadesi e dai parlamenti nazionali. La Commissione auspica che l'accordo sia firmato durante il prossimo vertice tra UE e Canada, previsto ad ottobre.

 

Questo accordo commerciale sarebbe molto importante per l’Italia, dato che il Canada è il nostro terzo mercato al di fuori dell’UE e, attualmente, le nostre esportazioni nel paese nordamericano valgono 3,6 miliardi di euro, destinate certamente ad aumentare grazie alla riduzione dei dazi e della burocrazia. Difatti anche le rappresentanze delle piccole e medie imprese (PMI) italiane sono favorevoli all'accordo che tutelerà lo scambio di prodotti a denominazione protetta quali, ad esempio, la mozzarella di bufala campana o i pomodori pachino. Per l’appunto, oltre 140 indicazioni geografiche di prodotti alimentari e di bevande prodotti nei Paesi europei potranno beneficiare di un elevato livello di protezione sul mercato canadese, con la garanzia che solo i prodotti genuini possano essere venduti in Canada con tali denominazioni, mentre senza l'accordo questo tipo di protezione non esiste.

 

Il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha dichiarato: «L'accordo commerciale tra l'UE e il Canada è il nostro accordo commerciale migliore e maggiormente proiettato al futuro e intendo che entri in vigore il più presto possibile. Il CETA offre nuove opportunità alle imprese europee, promuovendo nel contempo i nostri standard elevati a beneficio dei nostri cittadini. Ho esaminato gli argomenti giuridici e ho ascoltato i capi di Stato o di governo e i parlamenti nazionali. Adesso è il momento di produrre risultati concreti: è in gioco la credibilità della politica commerciale dell’Europa».

 

Gli ha fatto eco Cecilia Malmström, Commissaria UE per il Commercio, che ha dichiarato: «L'accordo raggiunto con il Canada segna una svolta importante nella politica commerciale europea. È l’accordo commerciale più ambizioso che l'UE abbia mai concluso e approfondirà le nostre relazioni di lunga data con il Canada. Permetterà di generare crescita e posti di lavoro estremamente necessari, difendendo al contempo le rigorose norme europee in settori quali la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, la tutela dell’ambiente e i diritti dei lavoratori. Questa è la sostanza della nostra politica commerciale. Spero ora che l'accordo con il Canada possa essere firmato, applicato in via provvisoria e concluso rapidamente, per il bene di consumatori, lavoratori e imprenditori: è un accordo di cui l’Europa ha bisogno».

 

Infatti, dopo aver ricevuto il via libera del Consiglio UE e l'approvazione del Parlamento europeo sarà possibile applicare l'accordo in via provvisoria. Sin dal primo giorno, il CETA eliminerà praticamente tutti i dazi doganali permettendo alle imprese dell'UE di risparmiare centinaia di milioni di euro all'anno di dazi, il che andrà anche a vantaggio dei consumatori europei poiché i prezzi diminuiranno e aumenterà la scelta di prodotti importati dal Canada.

 

Inoltre, il CETA incrementerà lo scambio di servizi, creerà nuovi sbocchi sul mercato e fornirà un migliore accesso ai prestatori europei di servizi, che siano servizi marittimi, di telecomunicazione, d'ingegneria, ambientali o contabili. Oltre a rendere possibile per le aziende che forniscono servizi di viaggiare più facilmente tra l'UE e il Canada, mantenendo così migliori contatti con i loro client, anche il riconoscimento delle qualifiche professionali nell'ambito delle professioni regolamentate (per esempio quelle di architetto, commercialista ed ingegnere) sarà facilitato, aprendo nuove opportunità ai professionisti di quei settori. Poi, le imprese dell'UE potranno partecipare ad appalti pubblici in Canada a tutti i livelli amministrativi (federale, provinciale e locale) in settori quali l'informatica, i trasporti su strada o quelli su rotaia. Il Canada si è poi impegnato a seguire l'approccio dell'UE e a pubblicare tutti i bandi di gara di appalti pubblici in un unico sito web, cosicchè sarà più facile per le imprese dell'UE accedere alle informazioni in merito.

 

Ancora, oltre a ridurre i dazi doganali, il CETA permetterà alle imprese dell'UE, in particolare quelle di minori dimensioni, di ridurre i costi, grazie al reciproco riconoscimento dei cosiddetti "certificati di valutazione della conformità" per un'ampia gamma di prodotti, da quelli elettrici ai giocattoli. Per esempio, se un'impresa dell'UE desidera esportare giocattoli, i suoi prodotti dovranno essere sottoposti a prova solo una volta, in Europa, per ottenere un certificato valido in Canada e in tal modo risparmierà tempo e denaro. Infine, il CETA contiene norme rigorose sulla tutela dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori, mentre introduce un nuovo sistema giudiziario per la protezione degli investimenti e migliora le norme in questo campo.

 

In breve, secondo la Commisisone Europea, i vantagi del CETA sono i seguenti:

·        Aiutare a generare crescita e posti di lavoro a casa

·        Creare condizioni di parità in Canada per le imprese dell'UE

·        Abbassare i prezzi ed ampliare la scelta di prodotti per i consumatori europei

·        Abbassare o eliminare i dazi doganali per gli esportatori e gli importatori

·        Abbassare gli altri costi per le imprese dell'UE

·        Rendere più facile per le imprese dell'UE vendere i propri servizi in Canada

·        Consentire alle imprese dell'UE di partecipare agli appalti pubblici canadesi

·        Aiutare le comunità rurali europee attraveso la tutela dei prodotti locali

·        Proteggere gli innovatori e gli artisti europei

·        Riconoscere reciprocamente le qualifiche professionali

·        Incoraggiare le imprese canadesi ad investire di più in Europa

·        Proteggere i diritti dei lavoratori e l'ambiente

 

Sicuramente, pensando al CETA, a molti viene in mente anche il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (in inglese Transatlantic Trade and Investment Partnership, TTIP), che l’UE sta negoziando con gli Stati Uniti. Seppure vi siano delle similitudini, il TTIP è molto più complesso, anche perchè le relazioni economiche tra l'UE e gli USA, il primo partner commerciale dell’Europa, sono diverse da quelle con il Canada, così come sono diverse le dimensioni del mercato e le sue dinamiche. Comunque, anche in questo caso, l’obiettivo dei negoziatori dell’UE è quello creare un accordo globale che aiuti le nostre imprese a prosperare nel mercato statunitense al fine di stimolare la crescita e creare posti di lavoro.

 

Ciononostante, volendo semplificare, diversi gruppi di attivisti criticano il TTIP e, per certi versi anche il CETA, sia perchè ritengono sia rischioso aprie il mercato dell’UE a prodotti che non rispondono ai severi standard europei, minando il “principio di precauzione” dell’UE per la tutela dei consumatori (per esempio, le sostanze chimiche che non sono approvate nell’UE potrebbero entrare comunque nel nostro mercato, così come pesticidi, perturbaotri ormonali, ecc.), sia perchè vi sarebbe la possibilità per le imprese di rivolgersi, in caso di controversie, a tribunali arbitrari privati, scavalcando quindi la legislazione vigente negli Stati membri dell’UE.

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