L’Etna ridà spettacolo

Parola agli esperti, i geologi Cassaniti e Tortorici
Etna (AP Photo/Salvatore Allegra)

Madre terra, ha ripreso ad eruttare, in quel di Sicilia. Alcuni giorni fa, si sono aperte, infatti, nuove bocche effusive, nella desertica Valle del Bove dell’Etna. L’esatto momento dell’apertura, come della fase eruttiva in genere, sono stati catturati da eccezionali video, rintracciabili in rete, dove pare potersi ascoltare la voce calda del vulcano, stemperata dal vento. Visione e dialoghi così straordinari da darci la sensazione d’essere, al confronto, degli spettatori-formiche.
Gli amici catanesi rassicurano: la situazione è sotto controllo, e si stanno godendo lo spettacolo! Ne siamo felici. Ma abbiamo voluto dar voce anche agli esperti sul campo: i geologi Carlo Cassaniti (Geologo & Disaster Manager) e Fabio Tortorici (Consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi).

Carlo Cassaniti (foto Carollo)
Carlo Cassaniti (foto Carollo)

Potete darci nuove circa l’apertura delle nuove bocche sull’Etna?
«Come comunicato dall’Osservatorio Etneo, nel pomeriggio di domenica 29 maggio 2022 è stato osservato che sul fianco del Cratere di Sud -Est si sono aperte due bocche effusive, la prima a quota 3250 m circa, una seconda a quota più bassa intorno a 2800 m». (Cassaniti)
«Il flusso di materiale effuso al momento è modesto e si muove in direzione dell’ampia Valle del Bove, verso Monte Simone, con fronti lavici che hanno superato la quota di 2100 metri sul livello del mare. Di conseguenza, al momento si può escludere l’interferenza delle colate con le attività dell’uomo, in quanto la deserta e naturale depressione della Valle del Bove può accogliere, senza alcun problema, volumi basaltici ben più copiosi di quelli attualmente emessi dall’Etna». (Tortorici)

Fabio Tortorici (foto Carollo)

Tale fenomeno eruttivo era prevedibile?
«Il monitoraggio delle attività vulcaniche dell’Etna è costantemente effettuato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che periodicamente pubblica bollettini che argomentano una serie di parametri ed osservazioni vulcanologiche, sismologiche, geochimiche, oltre ad osservazioni satellitari, che fanno del nostro vulcano, uno tra i più monitorati sul pianeta. Questo perché l’apparato vulcanico più alto d’Europa è in attività costante, che si esplica con tremori, effusioni laviche, terremoti ed attività stromboliane. Queste ultime, con emissioni di materiale prevalentemente sabbioso, sovente arrecano problemi alla navigazione aerea ed alle colture agricole distanti anche decine di chilometri dai centri eruttivi. Pertanto, l’utilizzo di una rete di monitoraggio High-Tech è fondamentale per tastare costantemente il polso all’Etna, per prevedere gli effetti e le conseguenze della sua attività. Ma come tanti fenomeni naturali, anche le eruzioni vulcaniche non sono prevedibili, seppure una serie di effetti premonitori possano fornire indicazioni sulla imminenza di una attività». (Tortorici)

Cosa si pensa accadrà nei prossimi giorni? Vi sono pericoli per la popolazione?
«Al momento l’attività eruttiva è confinata nell’area sommitale e si sviluppa all’interno della desertica valle del Bove». (Cassaniti)
«Se i toni restano bassi come quelli in atto, non si prevede alcun pericolo per la popolazione». (Tortorici)

Che consigli dare ai curiosi?
«Occorre tenere a mente che si ha a che fare sempre con un vulcano attivo. Quindi consiglio a tutti i curiosi, che desiderano venire in Sicilia a visitare l’Etna, d’affidarsi alle nostre guide vulcanologiche per una fruizione in sicurezza dell’area». (Cassaniti)

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