Le due Europe a confronto

Il primo turno delle presidenziali transalpine mette a confronto due modi di abitare il Vecchio continente. Tra quindici giorni il responso finale

I francesi, all’indomani dell’attacco dell’Isis al simbolo culturale dei Champs-Elysées, hanno fatto le loro scelte mature, come avevamo suggerito qualche giorno addietro (qui). Così per accedere all’Eliseo si combatteranno al ballottaggio il giovane esponente centrista Emmanuel Macron, che non ha alle spalle un partito consolidato, e l’esponente di estrema destra Marine Le Pen, figlia d’arte (già suo padre aveva combattuto al secondo turno contro Jacques Chirac nel 2002. I dati finali, emessi dal ministero dell’Interno, sono questi: l’ex ministro Emmanuel Macron ha ottenuto il 23,75% e Marine Le Pen il 21,53% delle preferenze. Il conservatore François Fillon è arrivato terzo (19,91%) e Jean Luc Mélenchon, esponente dell’estrema sinistra al quarto, al 19,64%. Lontanissimo il socialista Benoit Hamon, con il 6%.

Sia Fillon, che ha ammesso pubblicamente la sconfitta, che Hamon hanno subito invitato i propri elettori a riversare i voti sul centrista Macron, «per non far eleggere Marine Le Pen», hano entrambi commentato. Il gauchista Mélenchon, invece, non ha fatto alcuna dichiarazione pro-Macron. Da notare come al ballottaggio vadano due esponenti di partiti che non sono mai stati al governo, per la corrispondente sconfitta dei partiti storici, quello gaullista e quello socialista. Ciò avviene con una dispersione di voti inconsueta per la Francia, con quattro candidati attorno al 20% dei voti.

«Oggi si volta chiaramente pagina nella vita politica francese», ha dichiarato prudentemente Emmanuel Macron nel suo quartier generale, davanti ai suoi attivisti inneggianti al loro leader. E ha aggiunto: «Mentre il nostro Paese attraversa un periodo segnato da terrorismo, sfide economiche, sofferenze sociali e urgenze ecologiche, l’elettorato ha risposto nel più bello dei modi, andando a votare massicciamente e piazzandomi in testa al primo turno».

Le prospettive per il secondo turno sono chiaramente a favore di Macron, ma il mancato endorsement di Mélanchon lascia qualche possibilità alla Le Pen, confermando come alla fine le sinistre si tocchino ed abbiano bacini elettorali convergenti su tanti temi. Da sottolineare, infine, la grande fede europeista di Macron. Queste elezioni francesi, come quelle che verranno in Germania, potrebbero rilanciare il progetto europeo sull’asse Parigi-Berlino, sia che risulti eletto nell’Oltrereno Schulze sia la Merkel. Se vincesse invece l’antieuropeismo convinto e proclamato a chiare lettere della Le Pen, l’orizzonte europeista rischierebbe di veder tramontare il sogno iniziato a Roma nel 1957.

Soprattutto va sottolineata la maturità dell’elettorato francese, in elezioni svoltesi senza incidenti pur nella virulenza della battaglia elettorale. Che il Front National abbia raggiunto cifre mai raggiunte in un primo turno era atteso, ma l’incertezza era grande nelle scelte finali degli elettori.

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