L’avventura del libro non è finita

Gli scrittori sono sempre sul chi va là: le risorse calano, e pure le vendite calano, ma molto meno del previsto. Il libro venderà cara la sua pelle (cartacea)
libro

Mi sono concesso, in questi periodi di forzati confinamenti causa Covid, qualche ora di piacere letterario scegliendo di leggere un libro di 470 pagine, scritte dalla filologa e scrittrice spagnola Irene Vallejo, Papyrus. L’infinito in un giunco. La grande avventura del libro nel mondo antico (Bompiani, 2021). Una straordinaria avventura, quella del libro, cominciata all’epoca egizia con l’utilizzo del papiro come supporto di lettura, dopo la pietra, il fango, il legno, il metallo. Da subito è divenuto, il “libro” in fibra vegetale, un compagno di viaggio di miliardi di umani.

Oggi, dopo una grave crisi patita in seguito alla crisi dei subprime nel 2007-2008, il libro torna a crescere, seppur in misura limitata, resistendo allo tsunami, non all’onda d’urto, sarebbe poco, della rivoluzione digitale e di quelle “nuove tavolette” che, a differenza di quelle dei sumeri e degli hittiti, hanno oggettini mobili al loro interno, accumulando non una sola facciata ma migliaia, milioni di pagine di ogni tipo di libri. Evviva, questi strumenti sono straordinari esempi di trasmissione del sapere. Anche se non basta avere nelle nostre minuscole memorie digitali tutto lo scibile umano: bisogna ancora leggerlo e saperlo leggere.

Meditando sulla straordinaria avventura del libro scritta dalla Vallejo, mi sono ricordato di un libretto scritto dal grande Calvino, pubblicato postumo, che riuniva delle lezioni svolte in un ateneo statunitense, cercando di profetizzare il futuro della letteratura mondiale: Lezioni americane (Garzanti, 1997). La rivoluzione digitale non era ancora invasiva come lo è ora, ma già se ne intuivano le potenzialità. Calvino comprese come la grande sfida del nuovo millennio sarebbe stata proprio quella di raccogliere le provocazioni della comunicazione informatica e coniugarle nella scrittura e atterrare poi nel libro. Di carta, ma non solo.

Questi suoi 6 suggerimenti, già dalla semplice enumerazione, parlano: leggerezza, chiarezza, molteplicità, esattezza, visibilità, consistenza. Prendendoli poi uno ad uno, si può capire come effettivamente queste sfide siano in questo momento già all’opera nella modalità di uso della scrittura per il web. Ma per il libro? È la stessa identica cosa. Non sono suggerimenti solo per continuare a vendere, ma per cogliere la novità dei tempi che cambiano, indipendentemente dalla rivoluzione digitale o con essa piuttosto. La società cambia e va proprio nella direzione di narrative chiare, rapide, esatte, molteplici, ben visibili e di una consistenza certa.

Il supporto non è secondario in tutto ciò. È vero che i giovani e i giovanissimi sembrano disertare alla grande le librerie, le biblioteche e i luoghi di vendita e di consumo del libro di carta. Questo è un problema che dice quanto sia aperta la sfida della conoscenza non più libresca, e non più cartacea, ma nello stesso tempo dice che per intercettare questo pubblico giovane probabilmente le 6 qualità enumerate da Calvino potrebbero essere la via privilegiata per agganciare il treno della conoscenza prossimo venturo.

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