Lavoro, luci e ombre in Liguria

Dal 2 maggio inizia la cassa integrazione per la Piaggio e molte grandi imprese sono in crisi. Soffre il commercio con la perdita di 11 mila posti dal 2011 al 2018. Ma, secondo le statistiche, cresce il numero dei dipendenti e delle imprese
ANSA/LUCA ZENNARO

Anche la Liguria ha festeggiato il primo maggio, la festa del lavoro, ma di un lavoro che non c’è più. È il giorno della conta delle aziende in crisi a cominciare da Piaggio Aero, Bombardier, crack Qui Group, Rinascente, lavoratori ex Ilva, e ancora Carige, e poi il commercio minore.

È anche l’anno nero del commercio con più di 600 posti di lavoro persi solo su Genova, poi va ricordato che dei 990 dipendenti ArcelorMittal e altri 330 ex Ilva sono in  cassa integrazione. Alla Bombardier di Vado Ligure sono in gioco 50 posti di lavoro. «C’è ben poco da festeggiare, è il commento di Igor Magni, segretario generale Camera del Lavoro di Genova — Stiamo facendo i conti con una crisi, partita più tardi rispetto ad altre regioni che non è ancora conclusa».

Il 2 maggio, comincia la cassa integrazione a zero ore per 500 dipendenti Piaggio, per non citare i dati riguardanti l’ultimo anno nel commercio, dove nel solo capoluogo si sono persi almeno 600 posti di lavoro: 500 legati al fallimento di Qui Group a cui si aggiungono i 54 posti della Rinascente, la chiusura di Cappuccino e almeno altre quattro attività nella zona del Quadrilatero hanno tirato giù le saracinesche negli ultimi mesi.

«La chiusura di un negozio non fa rumore eppure stiamo perdendo un tessuto produttivo fondamentale per la città — spiega Silvia Avanzino, segretaria generale Filscat Cisl iguria — Si tratta per l’ 85% di occupazione femminile, donne che difficilmente riescono a ricollocarsi in un mercato del lavoro così statico. Non solo, le nuove aperture portano contratti al ribasso o addirittura sfruttando gli stage». Sono 11 mila i posti di lavoro persi dal 2012 al 2018 tra commercio e turismo solo a Genova.  A Genova nel primo trimestre del 2019 rispetto allo scorso anno la cassa integrazione è aumentate del 390%.

Non così pesanti sono i dati riguardo il porto di Genova che comprende oltre a Genova, Prà, Savona e Vado Ligure, che anche nel corso del 2018 si conferma prima realtà italiana in termini di volumi movimentati, diversificazione produttiva e valore economico. Con 70,4 milioni di tonnellate di merce di ogni tipo (+1,7%) e 4,3 milioni di passeggeri (+1,6%), portati dalle oltre 9,000 navi che hanno fatto scalo nei quattro bacini. Solo le crociere hanno portato a Genova e Savona oltre 1,8 milioni di passeggeri. Così per la Spezia con oltre 1,5 milioni di contenitori (+1,2%), 18,3 milioni di tonnellate di merce (+0,1%), 495 mila passeggeri (+4,7%).

Ma stando agli ultimi dati, questi danno una situazione che fa intravvedere e in l’uscita dal negativo. I dati su occupazione e disoccupazione dicono che in Liguria nel 2018 gli occupati nel 2018 sono stati in media 609mila (+6mila rispetto al 2017) frutto di una crescita dei lavoratori con contratti dipendenti (+8mila unità da 443 a 451mila occupati) e di un calo degli indipendenti di 2mila (da 160 a 158mila).

Genova cresce di 6mila occupati (336mila) frutto di una imponente crescita dei dipendenti (+12mila) e di un calo degli indipendenti (-5mila); Imperia sale di 2mila occupati a quota 79mila, dovuto esclusivamente agli indipendenti; Savona e Spezia calano entrambe di mille occupati rispettivamente a quota 109mila (-mille dipendenti) e 85mila (-3mila dipendenti e +2mila indipendenti). Tanto che il tasso di occupazione ligure sale, passando dal 62,4% del 2017 al 63% del 2018.

Segno più anche per le imprese, secondo i dati della Camera di Commercio a febbraio 2019, a Genova e provincia, il numero delle attività produttive supera di 348 unità quello delle attive a febbraio 2018il tasso di occupazione ligure sale, passando dal 62,4% del 2017 al 63% del 2018.

 

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