Lavorare insieme per non perdere il lavoro

Un'interessante esperienza di sinergia pubblico/privato permette la conservazione del lavoro, grazie alla professionalità degli operai che rischiavano il posto, alla loro intraprendenza e alla collaborazione delle istituzioni e dell'azienda di provenienza
Montecosaro

Siamo nei giorni del G20 di San Pietroburgo, promosso anche per affrontare politiche di crescita economica, di aumento dell’occupazione e una riforma del sistema finanziario internazionale. Nella più umile, e sicuramente meno rappresentativa, provincia italiana si registra un piccolo, ma significativo successo che forse rappresenta un caso originale di sinergia fra pubblico e privato. Siamo a Montecosaro, in provincia di Macerata, dove due anni fa un’azienda del settore metalmeccanico che faceva capo al gruppo Maccaferri (Eridania, sigaro toscano, ecc.) chiude i battenti. Più di 30 dipendenti si ritrovano senza un lavoro, davanti a loro l’unica speranza di guadagno: la cassa integrazione. Il più giovane degli operai ha 39 anni e – come è facile immaginare – poche possibilità di essere reinserito nel mondo del lavoro con facilità.

All’interno dei capannoni dell’ex azienda oggi ha sede la nuova cooperativa "Risorgimento". Cosa è successo? Questi “ragazzi” sono bravi: operai e maestranze altamente qualificate, un "patrimonio" umano e professionale che sarebbe un peccato disperderle. Così chiedono aiuto al Comune e di fatto comincia una trattativa a cui partecipa anche il sindaco Stefano Cardinali. Cominciano viaggi frequenti a Bologna, sede dell’azienda, fino a che, in collaborazione con il dirigente del gruppo Massimo Pinardi, si arriva ad una soluzione.

La holding versa 240 mila euro nelle casse del Comune come finanziamento per attività produttive del territorio. Undici degli ex dipendenti costituiscono la cooperativa “Risorgimento”, prendono in affitto i 400 metri quadrati che facevano parte dello stabilimento di produzione suole in poliuretano appartenuto alla famiglia Sagripanti – importanti imprenditori calzaturieri del territorio – e ricominciano a lavorare.

Ottengono una prima committenza, quella dell’azienda Moretti di Ripatransone che produce camini, e la Maccaferri dona impianti elettrici e altre attrezzature. Il Comune indice un bando per azioni imprenditoriali, la cooperativa si aggiudica i 170 mila euro messi a disposizione dal Comune e vengono sistemati i locali e fatti alcuni investimenti. L’obiettivo è quello di espandere la capacità produttiva tanto da diventare fornitori dello stesso gruppo di cui prima erano dipendenti.

«Siamo stati un po’ sfacciati nel presentarci così a Bologna – spiega soddisfatto il sindaco Stefano Cardinali –, forse abbiamo fatto qualcosa che mai prima d’ora era stato fatto, ma abbiamo trovato un gruppo intelligente di persone che ha capito che la valorizzazione delle professionalità del territorio non vanno disperse e che quindi sono andati oltre la semplice “solidarietà”, forse meglio dire "fraternità", che mi pace di più. Un buon esempio di sinergia fra pubblico e privato, in cui ognuno ha fatto la propria parte. Mi piace pensare che da Montecosaro parta un segnale importante. Dico sempre che questa è l’opera pubblica più importante fatta dal Comune, che rimane nel direttivo della cooperativa».

Il giorno dell’inaugurazione oltre alle autorità erano presenti moglie e figli degli operai, che hanno dato modo di toccare con mano una speranza che prendeva sostanza.

«Quello che viene proposto è un esempio positivo – ha dichiarato l’assessore regionale alle Attività produttive Giannini –, l’esempio di persone che di fronte alla crisi e alla perdita del lavoro hanno risposto reagendo in modo volitivo e imprenditoriale».

«La cooperativa non è una strada semplice – commenta l’assessore regionale al Lavoro Luchetti –, qui però c’era un requisito fondamentale, la professionalità di questi operai. Ovviamente non basta, c’era anche un settore che secondo noi poteva avere un mercato e la sinergia che si è instaurata in questo territorio difficilmente è riscontrabile altrove».

La cooperativa è già al lavoro da alcune settimane e si augura non solo di trovare lavoro, cosa fondamentale, ma anche di fare da apripista per altre esperienze come la loro.

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