L’assenza di due parole: uguaglianza e fraternità

Nel massimo rispetto per la grave vicenda che sta vivendo la Francia, e sapendo che qualsiasi Paese europeo potrebbe conoscere il suo 13 novembre, ecco alcune parole che speravamo che il presidente proponesse nel discorso di Versailles
Versailles © Michele Zanzucchi 1996

François Hollande, nel suo discorso alle camere riunite a Versailles, ha mostrato una Francia estremamente decisa nella lotta alla minaccia terroristica, una grande nazione che ne ha viste di peggiori e che ha in sé gli anticorpi per combattere la nuova sfida: «Perseveranza, unità, lucidità e dignità», sono le qualità del popolo secondo il presidente. La solennità del luogo e delle sue parole da comandante in capo hanno rassicurato tanti francesi colpiti nel corpo, nel cuore e nella mente.

 

Tuttavia ci si permetta, siamo in democrazia (la democrazia si nutre di contraddittori e di dialoghi), di rimpiangere certe parole che avremmo voluto udire dal presidente francese, soprattutto sapendo che è un politico espressione di un partito almeno a parole aperto al dialogo e al confronto con chi la pensa diversamente.

 

Avrebbe potuto ad esempio ricordare anche le 23 mila vittime del terrorismo Daesh di religione musulmana, o le 300 mila vittime del conflitto siro-iracheno… Avrebbe potuto spiegare meglio che la guerra che si è aperta, indiscutibilmente, non è tradizionale, è asimmetrica, ed ha bisogno perciò di armi non convenzionali… Ma ha solo detto che servono «strumenti inediti per un nuovo tipo di conflitto», intendendo però solo strumenti militari o di polizia, o al massimo la modifica di alcune norme della Costituzione. Il giorno precedente aveva parlato addirittura di «vendetta», tornando alla guerra del taglione o ancora prima, come ricorda oggi Luigino Bruni su Avvenire.

 

Ha chiesto l’intervento dell’Onu, ma nel contempo non ha avuto la pazienza di aspettarne il verdetto: ha detto che la Francia «intensificherà le sue azioni in Siria». Ha chiesto il sostegno degli alleati europei in base all’articolo 42-7 del Trattato dell’Unione, ma senza lasciar nemmeno trapelare l’ombra di una politica estera comune dell’Unione europea

 

Sono mancate parole sulle banlieue, francesi e belghe, cioè i luoghi disastrati dove tante volte fallisce il modello d’integrazione à la française, le periferie dove sono nati i terroristi che hanno colpito la Francia… Solo la costatazione che «dei francesi hanno ucciso altri francesi».

 

Avrebbe altresì potuto spendere una parola sugli errori compiuti in Siria e in Libia e in Iraq, dove la lotta ai dittatori, peraltro legittima, avrebbe dovuto avere un progetto per il “dopo”, e invece s’è limitata a sganciare bombe e a cercare di far fuori il dittatore di turno senza prevedere un qualsiasi futuro plausibile. Macerie, sono rimaste. Solo macerie.

 

Avrebbe soprattutto potuto dire che non avrebbe più firmato accordi economici, come ha fatto fino alla vigilia del 13 novembre, con quelle monarchie feudali del Golfo Persico e con la Turchia, sospettate di aver finanziato e di finanziare Daesh. Ha stigmatizzato i commercianti d’armi ma ha dimenticato quelli del proprio Paese che vedono impunemente armi in Medio Oriente da decenni senza guardare al colore di chi le compra.

 

Infine e soprattutto, avrebbe potuto avere parole di simpatia per la stragrande maggioranza dei musulmani, che non hanno nulla a che vedere col terrorismo. E avrebbe potuto anche parlare di sostegno umanitario e culturale per chi il terrorismo lo subisce sul campo, in Siria, in Iraq, in Libia, in Afghanistan.

 

Molto nazionalismo e poca “visione”, dunque, nel discorso di Versailles. Ma, ne siamo certi, la Francia saprà parlare anche la lingua della cultura, dell’educazione, dell’accoglienza, della… uguaglianza e della fraternità. Ecco le due parole che avremmo voluto ascoltare da Hollande: Uguaglianza e fraternità. Del “trittico” della rivoluzione solo la libertà è stata ricordata, cinque volte.

 

Per chi volesse leggere l’intero discorso di François Hollande, questo è il link: http://www.elysee.fr/declarations/article/discours-du-president-de-la-republique-devant-le-parlement-reuni-en-congres-3/

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons