L’Aquila: 11 anni dopo

Dal terremoto del 6 aprile 2009 ai tempi del Covid 19. Le parole di Mattarella e quelle del capoluogo per l’Italia intera.
Dal terremoto del 6 aprile 2009 ai tempi del Covid L'Aquila con i segni del terremoto. Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

11 anni dal 6 aprile 2009. Oggi come allora il giorno che cambiò il volto de L’Aquila e di molti paesi del cratere, cade di nuovo il lunedì della settimana santa, proprio mentre in Italia si consuma un’altra emergenza: quella del Coronavirus.  Lo ricorda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio per l’undicesimo anniversario: «La ricorrenza di quest’anno si celebra in un contesto eccezionale, determinato da una pericolosa pandemia che siamo chiamati a fronteggiare con tutta la capacità, la responsabilità, la solidarietà di cui siamo capaci». Una concomitanza di date che si intreccia alle vite degli abitanti del capoluogo e di altri paesi come Onna dove termini quali “zone rosse” o strade vuote lo conoscono bene. E a loro si è rivolto il cardinale metropolita de L’Aquila Giuseppe Petrocchi nel parlare di «Popolo temprato dalla storia ad affrontare e superare prove difficili» nel messaggio annuale in ricordo delle vittime del terremoto.

Quel 6 aprile alle 3.32 il terremoto aveva colto nel sonno gli aquilani e i molti studenti universitari arrivati da tante parti d’Italia a studiare nel capoluogo abruzzese. Il sisma di magnitudo 6.3, mieterà 309 vittime, raderà al suolo edifici e provocherà migliaia di sfollati e oltre 1500 feriti. I primi soccorsi arriveranno nella notte, ma sarà al mattino che il mondo si accorgerà di quanto era accaduto a L’Aquila e ai paesi circostanti.

In questo 6 aprile tra i tanti cambi nello stile di vita a cui il Covid 19 ci ha abituato, anche quello dell’abolizione dell’abituale processione che tradizionalmente si snoda per le vie de L’Aquila e che solo nel 2019, nel decimo anniversario, aveva portato nel capoluogo abruzzese 15mila persone. Al suo posto l’iniziativa “Accendi la tua luce. L’Aquila abbraccia l’Italia” rivolto a tutto il Paese: accendere nella notte tra il 5 e il 6 una candela per commemorare sia le vittime del sisma che del Covid19. «Un’emergenza nazionale e globale si è sovrapposta a quell’itinerario di ricostruzione che gli aquilani stanno percorrendo» prosegue Mattarella nel messaggio. Un appello nato dai familiari delle vittime e dal sindaco de L’Aquila in memoria delle quasi 16mila morti in Italia a causa del Coronavirus.

Nel silenzio delle strade di questo periodo di Covid 19, a partire da domenica notte, inoltre, sono state illuminati le vie e i luoghi simbolo del terremoto come Via XXSettembre o la Casa dello studente. Poi, alla commemorazione, iniziata alle 23.30 e seguita da migliaia di persone in streaming, hanno preso parte solo tre le autorità: il prefetto del capoluogo abruzzese, Torraco, il sindaco dell’Aquila, Biondi e il sindaco di Barisciano, Di Paolo, a rappresentanza di un paese del cratere. In piazza Duomo i tre hanno acceso una fiaccola simbolica, mentre a mezzanotte, nella chiesa di Santa Maria de Suffragio, eretta per commemorare il terremoto del 1703, il cardinal Petrocchi ha celebrato a porte chiuse la messa in suffragio delle vittime del sisma. Alle 3.32 le campane della chiesa hanno suonato 309 rintocchi in ricordo di ognuna delle vittime.

E infine, al ricordo si unisce anche una riflessione sulla ricostruzione che attende ulteriori 4 miliardi. L’ultimo ad esprimersi in queste ore è stato Fabrizio Curcio, oggi a capo del dipartimento CasaItalia, organo preposto alla ricostruzione e allora direttore dell’ufficio emergenze della Protezione Civile. E proprio quest’ultimo ha ereditato molto da quell’evento-spartiacque che è stato il terremoto de L’Aquila da cui nacquero il volontariato ed una collaborazione più sistematica con le forze armate e di cui beneficiamo anche oggi ai tempi del Covid19.

L’Aquila di oggi è un luogo che è all’avanguardia per quanto riguarda la sicurezza e i criteri antisismici. Basti pensare, infatti, che è tra le poche realtà in cui, grazie alla mappatura, si conosce l’antisismicità di ogni edificio.

Ma tra le difficoltà nella ricostruzione occorre fare un distinguo. Infatti, mentre per la ricostruzione privata si registra un ottimo andamento, specie nel capoluogo, lo stesso non si può dire per quella pubblica frenata dalla burocrazia e dalle tempistiche di gare e ricorsi.

Per quanto riguarda lo sviluppo, infine, sono stati stanziati 329milioni di euro che andranno a finanziare progetti a favore del tessuto sociale, culturale ed economico. La parte più identitaria potremmo dire e che richiama ancora gli aquilani a contribuirvi così come ha sottolineato anche il presidente della Repubblica nella lettera commemorativa: «Quell’itinerario di ricostruzione che gli aquilani stanno percorrendo, che ha già prodotto risultati importanti ma richiede ancora dedizione, tenacia e lavoro».

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