La vita deve essere bella per tutti

La testimonianza di Alberta Levi Temin della Comunità ebraica di Napoli
alberta levi
Sono stata zitta per circa 50 anni. Poi, quando ai primi degli anni ’90 hanno cominciato a circolare voci che tentavano di negare la portata della Shoah, addirittura la stessa tragedia, ho deciso di parlare. Non potevo permettere che i miei cari, undici di primo grado, venissero uccisi una seconda volta. Ho deciso che avrei parlato, finchè avessi avuto voce, per chi non può più parlare.

Da circa 20 anni vado dove mi chiamano: nelle scuole, nelle chiese, nei comuni, nelle università per testimoniare l’urgenza del dialogo, del rispetto delle diversità, di tutte le diversità, racconto la mia esperienza di ebrea italiana, cui è stata rubata la giovinezza, per suscitare la presa di coscienza, la responsabilità dei singoli e delle comunità all’impegno per la costruzione di un mondo più unito e più in pace. Allora eravamo solo noi ebrei i diversi, oggi siamo circondati da diversi. La Regola d’oro "Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te" è presente in tutte le religioni del mondo. Se divenisse stile di vita degli uomini potremmo sperare in un mondo di pace. Sono stata fortunata, la Shoah mi ha sfiorata, pur segnata, io non sono stata deportata. Ho avuto un matrimonio felice per 57 anni, 5 figli, nipoti, pronipoti e dico ai giovani che la vita è bella, ma deve essere bella per tutti.

 

(dal blog "In…cammino" di P. Lubrano e R. Sessa)

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